Don Francesco Spagnesi

Don Francesco Spagnesi: i fedeli in questura per la denuncia

A seguito della notizia dell’arresto di Don Francesco Spagnesi, tante chiamate sono arrivate alla parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina di Prato.
Chiamate dei fedeli che rivogliono i soldi donati alla chiesa e che in queste ore hanno denunciato il fatto alla Questura.
Il parroco, arrestato con l’accusa di spaccio di droga, si trova ora agli arresti domiciliari.

Le querele dei fedeli

I parrocchiano esigono delle risposte, per sapere dove in quali mani sono finite le donazioni.
Dalle indagini emergono i messaggi che il parroco avrebbe inviato ai fedeli per chiedere soldi da destinare a famiglie bisognose.
Si parla di cifre esose: in pochi mesi Don Francesco ha prelevato oltre 100mila euro dal conto della chiesa, ai quali si aggiungono le offerte dei parrocchiani.
Indagato anche il vice parroco, don Paolo Ridolfi, indagato per appropriazione indebita, dicendo di mettere via i soldi delle offerte.
Negli anni “ho sempre trattenuto i soldi delle funzioni del sabato“, ha detto Spagnesi.

Prato: chi è Don Francesco Spagnesi

Classe 1981, Francesco Spagnesi, dopo il liceo si è iscritto a Medicinaall’Università di Pisa.
Durante il primo anno la sua vocazione si era fatta sempre più forte: l’ordinazione arrivò dopo cinque anni di studi come seminarista, voluta con consapevolezza profonda e ponderata.
Ho capito che, nonostante i miei limiti, il Signore mi stava chiamando. Così ho deciso di diventare sacerdote“, queste le sue parole.
Già dagli ultimi anni del liceo ho trovato questa pienezza e questa gioia nel rendermi disponibile agli altri. Ciò comporta inevitabilmente delle rinunce, ma vedo la bellezza nel percorso che ho intrapreso“.
In questi anni, Don Francesco ha svolto il suo ruolo con entusiasmo e dedizione, circondato dal grande affetto dei suoi parrocchiani.

Il vescovo: “Dolore e sgomento”

Don Francesco faceva arrivare la droga dall’Olanda con l’aiuto di un complice, Alessio Regna, anche lui ai domiciliari.
Una decina i partecipanti ai festini su circa 200 contatti rintracciati sul telefono del religioso, con “tracce evidenti – spiegano dalla questura – dell’attività illecita“.
Sono notizie che un padre e Pastore non vorrebbe mai avere – si legge nella nota di Monsignor Giovanni Nerbini.
Colpiscono l’intera Diocesi. In questo momento voglio farmi vicino particolarmente alla comunità parrocchiale della Castellina, condividendone la sofferenza e il disagio“.