Don Francesco Spagnesi

Don Francesco Spagnesi è sieropositivo e non lo ha mai detto ai partner

Spuntano nuove accuse per Don Francesco Spagnesi, l’ex parroco 40enne di Prato travolto dallo scandalo.
Risulta ora indagato dalla Procura di Prato, diretta da Giuseppe Nicolosi, per tentate lesioni gravissime.
Questo perché il prete, sieropositivo all’Hiv, ha organizzato festini a bare di cocaina e Gbl senza che i partner sapessero la verità.
La svolta ieri, dopo la perquisizione a casa del compagno del sacerdote.
Secondo le indagini ai festini possono aver partecipato almeno 200 persone, compresi manager, imprenditori e medici.
Monsignor Giovanni Nerbini ha nominato un nuovo amministratore parrocchiale per la chiesa dell’Annunciazione: il vicario Don Daniele Scaccini, che ha già guidato la parrocchia per dieci anni.

Don Francesco Spagnesi: le dichiarazioni dei legali

L’avvocato Federico Febbo ha dichiarato: “La contestazione non è oggetto di misura cautelare ed è stata formulata per accertare alcuni elementi“.
Questa mattina è stato fatto il prelievo ematico anche al compagno per verificare se abbia contratto la malattia“, continua l’avvocato.
La sieropositività di don Francesco Spagnesi era un fatto noto. Il punto è che per quest’accusa ci vogliono due presupposti, la prima è che la persona non abbia seguito le terapie e che quindi fosse contagiosa, la seconda è che ha avuto rapporti non protetti“.

La confessione dell’ex parroco

Il parroco, come riportato dai suoi legali, “ha reso una confessione piena“.
Per gli arresti domiciliari i legali hanno chiesto di spostarlo dalla canonica della parrocchia ad un’altra sede.
Soffrivo di uno sdoppiamento della personalità, la tossicodipendenza era talmente forte che
avevo bisogno di soldi in continuazione
“, ha dichiarato il prete.
C’era una forza interiore a cui negli ultimi due anni del rapporto con Regina non riusciva a resistere ed ha sviluppato questa dipendenza“, così continua l’avvocato Costanza Malerba.
Con estrema lucidità ha ricostruito quanti soldi ha prelevato dal conto corrente della parrocchia fino ad aprile e quanti ne ha chiesti e ottenuti dai suoi parrocchiani in questi mesi“, ha precisato Febbo.