Luca Morisi, ex social media manager della Lega, è indagato dalla procura di Verona per una vicenda di droga.
Tutto comincia a metà agosto, quando durante un controllo vengono fermati tre giovani.
Nell’auto hanno un flacone di droga liquida, che dicono gli sia stata fornita proprio da Morisi.
La procura di Verona ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato, prevista dall’articolo 73 del Testo unico sugli stupefacenti e iscritto Morisi nel registro degli indagati.
L’uomo ha lasciato i suoi incarichi alla fine di agosto.
Le dichiarazioni di Luca Morisi
Luca Morisi, da quando la notizia è diventata di dominio pubblico, si è espresso sulla vicenda.
“Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo. Chiedo scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega, a mio padre e ai miei familiari, al mio amico Andrea Paganella e a tutte le persone che mi vogliono bene.
Ho rassegnato il primo settembre le dimissioni dai miei ruoli all’interno della Lega.
E’ un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine“.
Sul caso parla uno dei ragazzi del festino
Petre, uno dei due rumeni che la notte fra il 13 e il 14 agosto ha partecipato a un festino a base di droga e sesso con Morisi ha parlato.
“Io non ho visto nessun quarto uomo. Eravamo in tre. Io, l’altro ragazzo rumeno e Morisi. Sono stato fuori di testa per diversi giorni. Malissimo.
Un mio amico è stato contattato da lui poco prima di Ferragosto. Sul web. Entrambi abbiamo profili sia su Instagram sia su Grindr, i nostri numeri sono su alcuni siti di escort gay. Non so quali canali abbia scelto per agganciarlo. So soltanto che il mio amico a un certo punto mi chiama e mi dice che questo Morisi ci vuole incontrare.
Petre parla anche del compenso per la serata: “Quattromila euro da dividere in due. Il mio amico ha ricevuto un bonifico di 2.500 euro da Luca Morisi sul suo conto. Me ne ha dati 500 e siamo partiti”. E sulla droga: “Era in casa, io non lo so. Ma è stato Morisi a offrirmela“.
Gli avvocati dell’ex social media manager
La versione dell’avvocato della difesa di Luca Morisi, Fabio Pinelli, commenta così: “Il flacone con del liquido non era di Luca Morisi, il quale non può averlo ceduto a terzi. C’è piena fiducia nel lavoro degli inquirenti. Condividiamo le parole del procuratore della Repubblica di Verona secondo cui si tratta di un fatto banale per quanto riguarda l’autorità giudiziaria”.
Secondo le accuse e le prime ricostruzioni il liquido nel flacone sarebbe Ghb, una sostanza nota anche come droga dello stupro.