Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Alma Mater di Bologna, è stato rilasciato in Egitto dopo 670 giorni di carcere. Era stato accusato della diffusione di false informazioni tramite tre articoli giornalistici. In un’intervista concessa al Corriere della Sera ha detto di essere ancora un po’ confuso perché tutto è successo velocemente. Prima della scarcerazione non gli avevano detto che sarebbe uscito. Lo hanno portato in commissariato per prendergli le impronte e lui non capiva cosa stesse accadendo. Non ha voluto rivelare le condizioni e i dettagli della detenzione, ha però fatto sapere che oggi, insieme alla sua famiglia e alle persone che ama è felice.
Lo studente ci ha tenuto a ringraziare l’Italia per essere stata vicina a lui e alla sua famiglia, in particolar modo i suoi compagni di master e la professoressa Rita Monticelli, la sua mentore all’Università di Bologna. A detta sua lo ha trattato come un figlio, trasmettendogli valori, rispetto ed empatia oltra alla conoscenza. Ha ringraziato anche la sorella Marise. Patrick Zaki ha fatto sapere che gli ha dato molta forza vedere in aula i rappresentanti diplomatici dell’Italia durante le udienze e sapere che venivano organizzate manifestazioni e altre iniziative per chiedere il suo rilascio nei quasi due anni trascorsi in carcere.
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Lo studente spera di poter tornare presto in Italia e riprendere il master all’Università di Bologna, dove potrà anche riabbracciare i professori e i suoi colleghi. Zaki ha rivelato che c’è un posto in Italia in cui non è mai stato e che vorrebbe prima o poi visitare. Si tratta di Napoli, in merito a ciò ha detto: “La mia bisnonna Adel veniva da Napoli. Non parlo così bene l’italiano, ma l’accento di quella parte del Paese mi ha sempre affascinato. Amo molto gli autori napoletani”.