Covid: il problema maggiore è l’aumento dei ricoveri in terapia intensiva
Il Covid continua inarrestabile la sua corsa. Arginata la pandemia e il numero di ricoveri grazie ai vaccinati, si rischia di ritornare con le terapie intensive intasate a causa di coloro che hanno deciso di non vaccinarsi. Il 70% dei posti letto potrebbe essere occupato entro un periodo brevissimo di tempo, ed è per questo che gli anesisti e i rianimatori di tutta Italia lanciano il loro personale appello. Il presidente dell’associazione di categoria Alessandro Vergallo ha infatti dichiarato che “la soluzione per aumentare l’emergenza non sta nell’aumentare all’infinito i posti di terapia intensiva e area medica, bensì nell’adottare misure di contenimento sociale più drastiche per frenare la circolazione del virus, come il lockdown stringente per i non vaccinati. Abbiamo poco tempo per agire con misure più restrittive e prevenire un aumento di casi e ricoveri. Al contrario, c’è stato un allentamento dei comportamenti prudenti, anche per l’avvicinarsi delle feste.”
Vergallo – che ha rilasciato la sua proposta ad Ansa – ha poi condiviso i dati attuali sulla diffusione del virus e ha manifestato la sua preoccupazione sulla crescente occupazione dei posti in terapia intensiva, i quali potrebbero essere occupati da circa 1700 pazienti Covid entro le prossime 2-3 settimane. Come ha infatti tenuto a precisare: “Attualmente sono circa 1000 i posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid su circa 9mila posti presenti in Italia, dunque siamo al 10% circa di occupazione, ovvero alla soglia limite. Non si può pensare di aumentare i posti letto ospedalieri in modo massiccio in vista di un peggioramento dell’epidemia, perché mancano i medici che possano occuparsi delle terapie intensive a causa della cronica carenza di organico.”
Una stretta in vista del Natale, quindi, diventa un’ipotesi sempre più probabile.
Fonte: Open