Stato di emergenza

Stato di emergenza: ecco cosa cambia dal 31 marzo

La diffusione del Coronavirus sembra rallentare, così come i contagi e la situazione negli ospedali.
La prossima tappa riguarderà lo stop all’uso delle mascherine all’aperto – tranne in caso di assembramento – in vigore da domani, 11 febbraio, su tutto il territorio nazionale.
Sempre più probabile la fine dello stato di emergenza dal 31 marzo 2022.
“La situazione sta rapidamente migliorando. L’impatto della variante Omicron si sta rivelando meno pesante del temuto e il carico sulle terapie intensive sta diminuendo. Questa evoluzione positiva ci consente di avviare la progressiva rimozione delle misure di contenimento”.
Queste le parole del Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri.

Foto

Stato di emergenza: cosa cambia dal 31 marzo?

Lo stato di emergenza consente all’esecutivo di attuare procedure più veloci per l’approvazione di leggi e decreti e consente di ricorrere ai Dpcm.
Nelle ultime ore si pensa di non prorogare lo stato di emergenza, il cui termine al momento è fissato al 31 marzo 2022.
Come la pandemia, anche il green pass non durerà per sempre e quindi, non appena i dati lo consentiranno, potrà essere rimodulato”, ha ribadito Sileri.
Intanto è stata tolta la scadenza ai green pass rilasciati dopo la dose di richiamo o a chi è guarito dopo la seconda dose”, ha concluso.
Persiste l’obbligo vaccinale agli over 50.
Fino al 15 giugno, i lavoratori pubblici e privati dovranno esibire al lavoro il Super Green Pass.
Chi non lo farà non riceverà lo stipendio ma conserverà il posto di lavoro.
Il vaccino in futuro potrebbe diventare solo una raccomandazione annuale per le categorie fragili ma è presto per stabilirlo, ce lo dirà la scienza“, dice Sileri.

Smart working e gestione sanitaria

E’ sempre più probabile l’idea che con la fine dello stato di emergenza si tornerà a lavorare in presenza negli uffici.
Lo smart working, comunque, potrà continuare in caso di accordo interno tra azienda e dipendenti.
Sileri ha rimarcato “come il rallentamento della pressione del virus ci consenta oggi di riprendere l’attività ordinaria negli ospedali, dove è urgente recuperare i ritardi accumulati a causa dell’emergenza pandemica in termini di controlli saltati e di interventi chirurgici rimandati, con tutti i riflessi negativi che avremo purtroppo nei prossimi anni in termini di aumento delle diagnosi e dell’incidenza di tante patologie: una nuova pandemia sulla quale dobbiamo da subito concentrare le nostre attenzioni“.