Kramators’k – La regione di Donetsk continua ad essere teatro di scontri tra forze filorusse e militari ucraini. Proprio 6 di questi sono rimasti vittime di un agguato nemico, che ha distrutto un veicolo blindato senza lasciar via di scampo ai soldati. Tuttavia, la guerra continua anche a Kramatos’k, cittadina coinvolta in una strage che ad oggi conta almeno 20 morti nel bilancio di un conflitto apparentemente interminabile. Proprio le regioni di Donetsk e Lugansk si sono recentemente dichiarate indipendenti dall’Ucraina, mentre Kiev continua a ribadire l’illegalità delle votazioni raggiunte in questi Paesi.
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Infatti, appena due giorni fa si è svolto il referendum che ha formalizzato il popolare “sì” dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk per l’aggregazione della regione nella Federazione Russa. A dare voce a questo voto, il Presidente Pushilin, che in una conferenza stampa ha ufficialmente chiesto a Putin di considerare l’annessione. E’ a queste parole che il pubblico attento e cinico si chiede se non si tratti di una farsa di proporzioni mastodontiche: Putin continua a giocare il ruolo del liberatore dell’Ucraina, quando egli stesso ha dato inizio all’invasione del Paese vicino con l’invio di forze armate. Questi ha già inglobato nei confini russi la Crimea, di cui Donetsk e Lugansk hanno seguito le orme ricorrendo al referendum, strumento di cui la popolazione ucraina sembra abusare.
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Del resto, i leader europei, Usa e Ucraina si sono già schierati contro Mosca, ma per evitare lo scoppio dell’ennesimo conflitto a portata mondiale bisogna dare al leader russo un’altra possibilità di redenzione. E’ così accaduto che anche la Nato si è limitata ad avvertimenti, così come accadde per il caro vecchio Adolf Hitler, del quale gli europei non si curarono troppo perché credevano volesse solo riappropriarsi dei territori persi dalla Germania nel primo conflitto mondiale. Invece, e speriamo che la storia non si ripeta, egli non fermò affatto la propria sete di potere.