Il Jobs Act ha ricevuto il consenso del consiglio dei ministri, ma i sindacati si dicono ufficialmente contrari per vari motivi. In primis la leader Susanna Camusso ammette: “Il governo Renzi ha cancellato il lavoro a tempo indeterminato, generalizzando la precarizzazione” e parla anche di norme “ingiuste, sbagliate e punitive”. Il segretario della Fiom Maurizio Landini, invece, definisce il Jobs Act “un regalo fatto alla vigilia di Natale agli imprenditori, che noi non condividiamo” annunciando che il sindacato attuerà “tutte le iniziative possibili per riconquistare i diritti ed estenderli veramente a tutti”.
A loro si associa anche il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo: “Il governo ha fatto solo un favore agli imprenditori e sta eseguendo ‘i compitini assegnati dalla Merkel’”. Secondo lui, infatti, sono “emblematiche le battute del premier sugli imprenditori e sulla destra. Registriamo, infatti, che nemmeno il governo Berlusconi era riuscito ad abolire l’articolo 18, monetizzando i licenziamenti. La Uil giudica negativamente la monetizzazione dei licenziamenti collettivi, fatto che non aiuterà il mondo del lavoro”.
Maurizio Landini, inoltre, ammette che con il Jobs Act Renzi “ha fatto felice la Confindustria ma non certo i lavoratori e le lavoratrici e tanto meno i giovani e i precari, che non acquisiscono diritti in più: si tratta solo di meno diritti per tutti. I lavoratori italiani non hanno da festeggiare – sottolinea Landini – Non c’è da festeggiare se viene cancellato lo Statuto dei Lavoratori e se si rendono possibile i licenziamenti dando solo un po’ di soldi”.
Il leader della Cgil Susanna Camusso, inoltre, continua affermando che: “Per la prima volta il governo rinuncia alla politica economica appaltando alle imprese la ripresa consentendo la libertà di licenziare sempre e comunque. Invertendo l’onere della prova, che ora ricadrà sulle spalle dei lavoratori, si crea un abominio, addossando alla parte più debole e ricattabile del rapporto di lavoro la dimostrazione dell’ingiustizia del suo licenziamento”. Per questo motivo la Cgil continuerà “ad opporsi in modo forte e deciso a queste norme ingiuste, sbagliate e punitive, nei confronti dei lavoratori e userà tutti gli strumenti a sua disposizione per ripristinare i diritti dei lavoratori”.