Milano, racconto choc del capotreno: “Ho temuto il peggio”

Aggressione Milano

 

MILANO – Il capotreno aggredito ieri nella stazione di Villapizzone a Milano ha deciso di sfogarsi con il segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri che è andato a trovarlo all’ospedale di Niguarda. “Ho avuto molta paura, ma ora mi sento più sollevato: la cosa più importante e che potrò riabbracciare la mia bimba di 5 mesi”, ha detto durante l’incontro. Poi ha aggiunto: “Avevo intuito che c’era una situazione strana e per questo ho chiesto al mio collega se poteva stare ancora un po’ con me nonostante avesse finito il turno”.

L’uomo di 30 anni è stato sottoposto a un delicato e lungo intervento chirurgico all’ospedale di Niguarda: “Il ferito aveva una lesione grave da fendente al braccio sinistro – hanno affermato i medici -, lesione che ha portato a una sub-amputazione. Si è cercato di recuperare la funzionalità del braccio e la prognosi verrà sciolta nei prossimi giorni”.

Intanto la polizia ha arrestato due salvadoregni ventenni nell’ambito delle indagini coordinate dal procuratore aggiungo Alberto Nobili e dal pm Lucia Minutella per l’accusa di tentato omicidio nei confronti sia del capotreno di 30 anni che del suo collega. Secondo le ultime notizie, questi appartengono alla gang dei latinos MS13. Uno dei due arrestati per l’aggressione dei ferrovieri di Milano sarebbe colui che ha inflitto il colpo di machete che ha quasi amputato il braccio al lavoratore di Trenord. Gli investigatori sono ancora alla ricerca di altri due sudamericani.