L’Italia deve introdurre il riconoscimento legale per le coppie gay, lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani. I giudici di Strasburgo hanno condannato il nostro Paese per la violazione dei diritti per tre coppie gay e dovrà risarcire ognuna di essere con 5mila euro per danni morali. Il Cedu ha ritenuto che “la tutela legale attualmente disponibile per le coppie omosessuali non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di due persone impegnate in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile”.
La Corte non ha imposto vincoli sullo strumento ma richiede che si debba individuare, come spiegano gli avvocati delle coppie, “una forma istituzionale definita” al fine di riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso. La sentenza emessa oggi diventerà definitiva tra tre mesi se i ricorrenti, o il governo, non otterranno un rinvio per un nuovo esame.
Ad appellarsi al Cedu sono state tre coppie gay, guidate da Enrico Oliari (presidente dell’associazione dai gay liberali e di centrodestra), che vivono a Trento, Milano e Lissone. Queste, nello specifico, hanno fatto ricorso in merito all’impossibilità di sposarsi in Italia o di vedersi riconoscere almeno l’unione civile. “E’ un risultato molto positivo”, hanno commentato gli avvocati di due delle tre coppie “che dice che una forma istituzionalmente definita a garanzia va data. Il governo è stato condannato ad un risarcimento. La decisione non impone vincoli sullo strumento da individuare, si tratti di matrimonio, Dico o altro, ma uno strumento serve”.
In Italia non esiste una legge che riconosca le unioni gay, ma il Parlamento sta discutendo il disegno di legge Cirinnà: dopo la prima approvazione da parte della commissione Giustizia, si attende che possa essere ammesso in Senato. Sabato 18 luglio il premier Matteo Renzi ha annunciato che l’approvazione arriverà entro la fine del 2015, anche se devono essere superati molto ostacoli.