PERUGIA – Raffaella Presta avrebbe inviato via Whatsapp al fratello e a una cara amica un selfie del suo viso tumefatto e coperto di lividi, chiaro segno delle violenze subite. Nel messaggio racconta come l’aveva ridotta il marito e aggiunge con sarcasmo: “Incidente domestico, diciamo”. Era il 17 novembre, otto giorni prima del suo omicidio, quando il marito Francesco Rosi le sparò due colpi con un fucile da caccia, uccidendola nella loro casa a Perugia. Rosi ha confessato ed è stato arrestato con l’accusa di omicidio premeditato: ora è detenuto in isolamento nel carcere di Perugia. Secondo le ricostruzioni il movente dell’omicidio sarebbe la gelosia. Raffaella sarebbe stata uccisa in seguito a una lite scoppiata tra i due, a causa di una frase che l’avrebbe fatto impazzire: “Non è tuo figlio”. La possibilità che il figlio di 6 anni, che era in casa al momento dell’omicidio, non fosse suo gli avrebbe fatto perdere il controllo. Rosi avrebbe così preso il fucile e le ha sparato. L’uomo, infatti, non sopportava l’idea che Raffaella potesse avere un’altra relazione e aveva infatti assunto un investigatore privato per pedinarla costantemente.
Durante l’interrogatorio durato più di tre ore Francesco Rosi, sotto choc e molto provato, ha risposto a tutte le domande del giudice e ha spiegato che il fucile da caccia lo teneva sempre carico sotto il letto. Gli serviva per proteggersi dai ladri, che avevano già fatto irruzione a casa loro. Questo potrebbe far decadere l’aggravante della premeditazione. Si terrà domani mattina l’udienza per stabilire il contesto dell’omicidio. Ancora in corso l’autopsia sul corpo della donna, che sembra essere stata picchiata più volte, come confermano alcuni colleghi. Il figlio è stato affidato alla famiglia di Raffaella.