Uno scialbo e deludente 0-0 che ha portato ai tempi supplementari e, infine, essendo rimasto invariato il risultato, alla lotteria dei calci di rigore che sono proseguiti a oltranza. Grazie al penalty decisivo battuto da Nagatomo, l’Inter ha evitato di scrivere una delle pagine meno entusiasmanti della sua leggendaria storia, ovvero un’eventuale eliminazione agli ottavi di finale della Coppa Italia per mano del Pordenone. Alla vigilia sembrava dovesse trattarsi di una sorta di passerella per i nerazzurri che avrebbero ospitato una formazione di Serie C già orgogliosa di essere giunta fino a quel punto e di avere l’opportunità di confrontarsi con la capolista della Serie A. Invece la compagine milanese è andata inesorabilmente a sbattere contro il muro difensivo eretto dai friulani che, paradossalmente, sono anche andati vicini alla rete del clamoroso vantaggio. Indubbiamente i ragazzi di Spalletti hanno creato e sciupato più occasioni, ma sono rimasti a secco per ben 120 minuti, potendo tirare un sospiro di sollievo soltanto al termine dei calci di rigore che hanno consegnato alla Beneamata il passaggio del turno e il derby di Coppa Italia con il Milan.
La serata incolore dell’Inter ha messo in risalto una grave lacuna presente nella formazione nerazzurra: la mancanza di riserve di spessore, ovvero di quella che oggi viene anche definita come “panchina lunga”. Spesso, in questi primi mesi di esperienza interista, Luciano Spalletti è stato criticato perché ha fatto costantemente ricorso alla stessa formazione in quasi tutte le partite, rinunciando di fatto al turnover per far rifiatare alcuni grandi nomi quali Candreva, Perisic, Icardi, Borja Valero e tanti altri. In realtà, alla luce di quanto emerso martedì 12 dicembre contro il Pordenone, si è capito chiaramente non solo perché la formazione milanese abbia faticato così tanto di fronte ad un’avversaria inferiore di ben due categorie, ma anche perché il tecnico toscano preferisca non attingere troppo tra le riserve del suo organico.
L’ottavo di finale di Coppa Italia doveva essere una grande occasione per i vari Dalbert, Joao Cancelo, Karamoh e Pinamonti per mettersi in mostra e dimostrare all’allenatore di essere pronti a subentrare anche ai cosiddetti “titolarissimi”. In realtà, guardando le prestazioni delle cosiddette riserve, è chiaro che Spalletti abbia deciso di fare di necessità virtù, avendo intuito che alle spalle dei “soliti noti” Icardi, Perisic, Skriniar e compagni non ci sono giocatori all’altezza della situazione. Joao Cancelo è partito piuttosto male ed è parso spaesato sia lungo la fascia destra che sinistra anche se, alla lunga, è risultato leggermente migliore delle altri novità presentate dal tecnico nerazzurro, perché almeno si è impegnato, ha provato ad effettuare dei cross in area che, seppur imprecisi, hanno comunque provato a creare qualche occasione da gol.
Il gioiellino ed astro nascente Pinamonti è risultato addirittura un fantasma: evanescente e poco concreto in attacco, ha dato una risposta davvero chiara sull’enorme importanza che Mauro Icardi ricopre per il reparto offensivo nerazzurro. Rimanendo nel settore offensivo, il promettente Karamoh ha mostrato un certo impegno, ma ha commesso degli errori in area che un giocatore d’attacco di una formazione importante come l’Inter non dovrebbe permettersi. Il 19enne ivoriano, dalla sua ha avuto la capacità di trovarsi in diverse occasioni al posto giusto nel momento giusto, ma ha sciupato ben tre nitide occasioni da gol che, magari contro un avversario di livello tecnico più alto, sarebbero costati la qualificazione all’Inter. Infine Dalbert, corteggiato a lungo in estate e pagato fior di milioni, non ha mai inciso sulla fascia, non ha piazzato cross e spesso si è fatto portare fuori posizione da Berrettoni e Misuraca.
Dunque, alla luce di quanto accaduto contro il Pordenone, è quasi certo che nelle prossime partite Luciano Spalletti dovrà continuare a puntare solo su un numero di ristretto di titolari, con Icardi, Skriniar, Vecino e Perisic che verranno chiamati agli straordinari per tutto il periodo natalizio (Coppa Italia compresa), in attesa che magari il mercato di gennaio porti qualche rinforzo realmente utile alla causa interista.
Patrizia Gallina