I numerosi detrattori e critici di Donald Trump, in queste ore hanno messo a segno una “burla” tecnologica che certamente non farà affatto piacere al magnate americano. Infatti, in maniera sorprendente, se sulla sezione Immagini di Google si digita il termine “idiot”, vengono fuori una serie di fotografie raffiguranti proprio il presidente statunitense.
Il tiro mancino al tycoon è andato a buon fine ricorrendo alla pratica del cosiddetto “Googlebombing”, che permette di sfruttare l’algoritmo del motore di ricerca per ottenere un’ampia e rapida indicizzazione che, nel caso specifico, fa comparire le foto del leader della Casa Bianca associate alla parola “idiot”. La tecnica si è basata su Reddit, utilizzato opportunamente per abbinare le due parole chiave. Sono stati pubblicati, infatti, numerosi post con il nome di Donald Trump, il termine prescelto e delle foto: successivamente, grazie ai molteplici “voti favorevoli” ottenuti, questi hanno garantito un ottimo posizionamento su Google, e lo scherzo ha avuto un esito positivo per coloro che l’hanno orchestrato. Naturalmente, nel momento in cui diverse testate – tra cui “Fortune”, “The Hill” e “The Guardian” – hanno ripreso e pubblicato la notizia, questa circostanza ha favorito ulteriormente l’indicizzazione dell’abbinamento.
Il ricorso a tecniche specifiche per manipolare e alterare le ricerche sul web non è affatto una pratica nuova. Già nel 2003, ad esempio, bersaglio di questa “burla online” fu George W. Bush, la cui biografia venne legata alla definizione “miserable failure”. In quell’occasione la procedura fu ancora più semplice, giacché bastò convincere diversi responsabili di siti web ad inserire dei link alle pagine contenenti la biografia dell’allora presidente statunitense, ricorrendo proprio alle parole “miserable failure”. Nel 2014, invece, se si scriveva “quanto è alto un nano”, compariva clamorosamente l’altezza di Silvio Berlusconi sul motore di ricerca.
In entrambi i casi, da Mountain View sono intervenuti prontamente per correggere e risistemare l’algoritmo, chiarendo che le ricerche venivano gestite in maniera del tutto automatica da un software che teneva conto della popolarità di determinati indirizzi contenenti link su quello specifico argomento. Un modo per declinare qualsiasi responsabilità ed evitare, così, problemi di carattere legale. Tornando a Donald Trump, al momento, se si scrive “idiot” sulla pagina delle Immagini, è ancora possibile vedere associate a questo termine le foto del presidente americano, dunque Google non è ancora intervenuta per riportare la situazione alla normalità, con buona pace del tycoon statunitense.
Patrizia Gallina