“Entro quest’anno inizieremo i test per impiantare il modulo di Neuralink nel cervello umano”. La dichiarazione di Elon Musk ha risvolti inquietanti ma anche un valore scientifico che potrebbe portare benefici a persone con gravissime malattie.
Secondo Musk presto sarà possibile curare molte forme di depressione e ridare una vita migliore a chi ha subito danni neurologici.
Il modulo di Neuralink potrebbe aiutare a curare anche l’Alzheimer e le lesioni del midollo spinale, donando ai pazienti la possibilità di tornare ad una vita normale.
Alberto Sangiovanni Vincentelli, pioniere della ricerca sui circuiti integrati, ha dichiarato che “i chip impiantati nel cervello sono una realtà sperimentata con successo in ambito biomedicale”.
“Pensiamo a quelli usati per la stimolazione cerebrale nei malati di Parkinson e Alzheimer, oppure quelli che consentono ai pazienti paralizzati di muovere arti robotici”, conclude Vincentelli.
La radice dell’idea è quella di essere sempre connessi a Internet attraverso un chip impiantato nel cervello, che ci permetta di comunicare solo con la forza del pensiero.
Elon Musk e la startup Neuralink
La startup Neuralink ha chiesto da tempo alla Food and Drug administration – l’ente governativo che regolamenta i prodotti alimentari e farmaceutici – il permesso per impiantare nella mente umana il modulo.
L’impianto viene realizzato da un robot assemblato dai tecnici di Neuralink e che oggi si apprestano a portare le sue tecnologie nel mercato.
Il ceo di Tesla e SpaceX ha annunciato che le sperimentazioni della tecnologia di Neuralink sugli esseri umani potrebbero iniziare entro quest’anno.
Musk ha pubblicato anche un messaggio sulle opportunità di lavoro presso l’azienda, precisando che chi è interessato a lavorare per Neuralink potrà essere chiamato a lavorare nella sede della Bay Area dell’azienda o in quella di Austin.