Il Senato approva: Jobs Act è legge. Abolito l’articolo 18

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Jobs Act – Il Jobs Act ottiene il via libera anche al Senato: ora è legge. “Abbiamo tolto l’articolo 18, è successa una cosa enorme, cambia l’Italia. Ed è un risultato ottimo in Senato, con 166 a 112 aumenta ancora il divario tra maggioranza e opposizione, siamo a più 54”, ha ammesso Matteo Renzi e mostra tutta la sua euforia a Bersaglio Mobile.

Il premier durante un'assemblea del Pd

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Durante la trasmissione diretta da Mentana, il premier racconta tutti i numeri caratterizzanti il suo governo e conferma: “L’ultima fiducia era finita 163 a 120, dunque l’opposizione ne perde altri otto e sono quei grillini che non votano più la sfiducia”. Ciò significa che, seppur l’opposizione non dichiari apertamente il favore al governo, non gli vota contro. 

 “Se pensiamo che il primo dei voti di fiducia era finito 169 a 143, si vede che diminuisce l’opposizione e se la legislatura va avanti e io penso che andrà avanti, ci sarà un ulteriore spostamento di consensi verso la maggioranza”. Renzi, infine, azzarda una previsione: “Raggiungeremo una cifra record di 175-180 voti a favore”. Inoltre, continua: “I risultati sul lavoro sono i più forti del mio governo. Abbiamo tolto l’articolo 18, sembrava succedessero sfracelli, siamo andati avanti goccia dopo goccia, passo dopo passo e siamo riusciti a cambiare qualcosa che sembrava impossibile modificare in Italia. E nel giro di qualche mese abbiamo dato risposta alle crisi industriali italiane, mettendo mano alla geografia industriale del paese”.

Il premier, inoltre, elenca i principali problemi affrontati: “Oggi abbiamo fatto Terni, poi c’è stato Livorno. E non dimentichiamoci di Alitalia: era una crisi industriale che poteva essere un disastro e oggi ha un futuro. Electrolux, Ansaldo Energia a Genova, Eni a Gela, Irisbus, Ferriera a Trieste, le acciaierie di Piombino. E stiamo affrontando con coraggio, come non ha fatto nessuno, la questione Ilva a Taranto. Insomma, abbiamo trovato un tessuto industriale in totale crisi e un mercato del lavoro ingessato: ditemi se non ci sono risultati, anche se sono in crisi di consensi…”, conclude Renzi.