Geloso – Nuova Delhi. Della vittima è stato reso noto solo il nome: Matma era una 27enne indiana sposata e con tre figli. Il marito sospettava così fortemente che lei lo tradisse, che giovedì scorso ha deciso di punirla, legandola ad una sedia, imbavagliandola e conficcandole con un martello un chiodo di 13 cm nel cranio. Una volta a metà dell’atto, forse per il terrore di essere scoperto da qualcuno, l’uomo si è dato alla fuga, chiudendo a chiave dall’esterno l’appartamento dove fino ad allora aveva vissuto con la famiglia. Subito dopo che l’uomo si è dileguato, i bambini sono corsi nella camera dove si trovava la madre dalla stanza accanto, in cui fino a poco prima stavano riposando: probabilmente avevano sentito la madre urlare per il dolore. Le hanno fatto compagnia per tutta la notte, in un bagno di sangue e di lacrime versate dagli stessi pargoli, che di certo riporteranno nella loro crescita un grande trauma dalla vista della madre esanime. Questa, la ricostruzione dei fatti, secondo quando dichiarato da uno degli ufficiali della polizia locale che indagano sul caso, mentre a diffondere la notizia è stata l’agenzia di stampa Pti. Il corpo riverso sul pavimento della camera da letto è stato segnalato e scoperto la mattina dopo l’accaduto dal padrone di casa che aveva affittato l’appartamento a Matma ed a suo marito. La donna è entrata in coma a seguito della grave lesione procuratale dal marito, per cui il ricovero d’urgenza all’ospedale più vicino è stato vano ed ora la donna combatte tra la vita e la morte: non si sa se si salverà o se uscirà mai dallo stato non cosciente in cui ora si trova. Il marito di Matma è stato acciuffato e si trova ora in stato di arresto con l’accusa di tentato omicidio. Questo è l’ennesimo episodio di femminicidio in India, dove la cultura spesso impone che la donna segua rigorosamente quanto prescritto dal marito e dove le violenze psicologiche, più che quelle fisiche, sono nella maggior parte dei casi giustificate in virtù della supremazia dell’uomo sulla donna.