Manhattan – E’ stato trovato ancora con l’ago infilato nel braccio: Philip Seymour Hoffman è morto per overdose, lasciando tre figli. L’attore, ormai 46enne, si era appena disintossicato, in recente uscita dalla comunità dove egli stesso si era fatto ricoverare, capita la gravità delle condizioni psico-fisiche causate dell’abuso di droghe: soltanto venerdì era stato dimesso dalla struttura dove aveva soggiornato in riabilitazione per appena 10 giorni, ma evidentemente la tentazione sarà stata troppo forte, proprio ad un passo dal nuovo set europeo che avrebbe potuto accogliere una nuova performance del pluripremiato attore. Già da giovane, Philip Seymour Hoffman aveva avuto problemi con le droghe, ma a 23 anni aveva dato una svolta alla propria vita, smettendo per decenni di assumere stupefacenti, o comunque così lasciando intendere: solo di recente, secondo quanto appreso, aveva ripreso a farsi di eroina ed egli stesso era consapevole che stavolta non sarebbe stato capace di fermarsi. La notizia del decesso è stata lanciata a livello internazionale dal Wall Street Journal, scatenando una reazione a catena di commemorazione per quello che è comunque stato un grande attore, anche se non sempre notato dai più, per via dei ruoli secondari interpretati. Nonostante ciò, Philip Seymour Hoffman aveva vinto un Oscar come migliore attore protagonista, nel 2006, per l’interpretazione nel film “Truman Capote“, oltre ad anche altre tre nomination come migliore attore non protagonista: si tratta di films come “Boogie Nights” (1997) e “The Big Lebowski” (1998), ma certamente non solo questi. Nel 2012, a Venezia, Hoffman ha ricevuto la Coppa Volpi come miglior attore, insieme con Joaquin Rafael Phoenix, per l’interpretazione in “The Master”.