Milano, tragedia dopo lite in strada: in coma un tassista

Alfredo Famoso (nel riquadro), il tassista vittima dell' aggressione subita a Milano
Alfredo Famoso (nel riquadro), il tassista vittima dell’ aggressione subita a Milano

 

Tassista – “Mio padre è morto, me l’ hanno ucciso per una lite con un pedone. Fate una preghiera per papà”: è questo l’ accorato appello, affidato al social network Facebook, di un figlio distrutto dal dolore.

Federico è il figlio di Alfredo Famoso, il 68enne tassista aggredito durante la serata di domenica a Milano per una banale lite nata per una precedenza stradale. Famoso, che esercita questa professione da 37 anni in maniera irreprensibile, era a bordo della sua autovettura di servizio, una Toyota Prius quando, in prossimità delle strisce pedonali, avrebbe bruscamente frenato. Sulle strisce camminava una coppia, in mano le buste della spesa, la donna incinta. Lui, un 48enne residente poco lontano dalla scena del crimine, avrebbe reagito bruscamente allo “stop” del tassista. L’ accusato, un consulente informatico, avrebbe scagliato addosso al taxi una confezione d’ acqua comprata poco prima al supermarket. Famoso, visibilmente alterato, sarebbe sceso  dall’ auto e il 48enne, stando ai primi rilievi, avrebbe colpito alla testa il tassista con una bottiglia da un litro di acqua, salvo poi allontanarsi dalla scena.

Alfredo Famoso ha barcollato e, prima di cadere a terra, ha sbattuto la testa contro la ruota di scorta di un Suv. Soccorso immediatamente dai paramedici del 118, è stato trasportato al Niguarda di Milano in “Codice Rosso”, dove è stato operato d’ urgenza. Le condizioni del tassista sono attualmente disperate. Attaccato ad un macchinario, le speranze che l’ uomo si risvegli dal coma sono praticamente nulle. Il 48enne, invece, è stato identificato dalle forze dell’ ordine e posto sotto arresto con l’ accusa di tentato omicidio presso la sua abitazione. “Sono dispiaciuto per l’ accaduto”, avrebbe dichiarato agli inquirenti. Secondo le indagini, il consulente sarebbe già noto alla giustizia per i suoi precedenti per lesioni.