Niente stage in albergo per chi indossa il velo. Succede anche questo in Italia, terra dell’ ospitalità e del rispetto delle diverse culture. La spiacevole vicenda della quale, suo malgrado, si è resa protagonista una studentessa 17enne arriva da Cattolica, ridente comune in provincia di Rimini, nota meta turistica di cittadini italiani e stranieri. La ragazza, che frequenta il quarto anno dell’ Istituto Superiore per il Turismo, avrebbe dovuto scegliere una location dove effettuare le tre settimane di stage previste dal proprio corso di studi. La scelta era ricaduta proprio sull’ albergo “incriminato”, il cui direttore poneva, però alcune condizioni, almeno in apparenza, innocue.
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IL “VELO” DELLA DISCORDIA. Il gestore dell’ hotel ha raccontato ad un noto quotidiano locale le condizioni poste alla scuola per ospitare tirocinanti presso la sua struttura. “Abbiamo fatto presente che la studentessa non avrebbe potuto indossare il velo, così come non accettiamo piercing, orecchini vistosi e capigliature stravaganti”, ha dichiarato l’ uomo, sottolineando l’ importanza, da parte dei clienti, di poter vedere il sorriso del dipendente che porge loro un caffè, sorriso che, in presenza del velo, non si vedrebbe. “La religione non c’ entra nulla, il nostro compito è fare accoglienza”, ha sostenuto il direttore.
La giovane, tuttavia, denuncia un comportamento chiaramente discriminatorio tenuto dal proprietario dell’ hotel. Intervistata dal quotidiano nazionale “Il Resto del Carlino”, la studentessa ha svelato i retroscena di una vicenda che le ha lasciato addosso, è proprio il caso di dirlo, un “velo” di delusione. “Mi avrebbero accettata solo se avessi tolto il velo, ma io ho detto “No”. Mi hanno discriminata ancor prima di testare le mie capacità solo per un foulard che è segno irrinunciabile della mia fede e della mia identità culturale”.
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“NESSUN AIUTO DALLA SCUOLA”. Sul piede di guerra anche i genitori della 17enne, che accusano la scuola di non aver tutelato la propria figlia. “Abbiamo anche contattato un avvocato per denunciare l’ albergo per discriminazione”, racconta ancora la ragazza, “Avevo espresso questa volontà anche alla mia professoressa, ma lei mi ha detto che voleva rimanere fuori da questa vicenda. Dalla scuola mi sarei aspettata un comportamento diverso”, conclude la ragazza che ha deciso, insieme alla sua famiglia, di non procedere per vie legali contro la direzione della struttura.
Il presidente regionale di Federalberghi Sandro Giorgetti, intanto, non nasconde la sua amarezza e si schiera apertamente con la giovane. “I colleghi hanno sbagliato, è un errore impedire a questa ragazza di svolgere lo stage”, tuona Giorgetti. La studentessa, intanto, sta ultimando il suo tirocinio: lo svolgerà in un Municipio di un Comune limitrofo, imparando mansioni che nulla hanno a che vedere con il suo percorso di studi. La triste storia della ragazza con il velo non avrebbe visto la luce se non fosse stato per la denuncia, riportata sul proprio sito, di un giornalista marocchino residente nel riminense. Un caso “controverso” analogo a quello di Cattolica fu registrato tre anni fa e denunciato dalla trasmissione TV “Le Iene”.