SCUOLA – L’edilizia scolastica italiana è letteralmente a pezzi: presenza di amianto, intonaci crollati, tetti da rifare, impianti non funzionanti, aule sporche e sovraffollate. Questi sono i dati scioccanti che vengono riportati dal Censis: una fotografia inquietante per un Paese che è da sempre stato la culla della cultura mondiale e che proprio sulla cultura dovrebbe puntare per rilanciarsi, anche (ma non solo) economicamente. A tutto ciò si aggiunga la stima fatta dal ministero delle Infrastrutture a fine 2013: andando avanti di questo passo nelle riparazioni, si finirebbe di restaurare il patrimonio edilizio scolastico in 110 anni.
I DATI – Secondo l’istituto di ricerca socioeconomica, in 24.000 istituti su 41.000 gli impianti (elettrici, idraulici, termici) non funzionano, sono insufficienti o non sono a norma. Ma questo è solo l’inizio: sono oltre 9mila le strutture con gli intonaci a pezzi, in 7.200 edifici tetti e coperture sono da rifare, 3.600 sedi necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura 580mila ragazzi trascorrono ogni giorno numerose ore) e 2.000 quelle che espongono i loro 342mila alunni al rischio amianto.
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PAROLA AI PRESIDI – Sui 2.600 dirigenti scolastici consultati, il 36% ritiene che sia necessario avviare lavori di manutenzione straordinaria, mentre il 57% preferirebbe dare continuità agli interventi di manutenzione ordinaria. Inoltre, quasi un terzo delle scuole italiane è ospitato in edifici vetusti, costruiti prima del 1960, ma solo il 7% dei dirigenti scolastici chiede di cambiare la sede della propria scuola oppure di costruire un edificio nuovo. Infatti, quello che confermano i presidi è la difficoltà di procedere agli interventi e all’uso del denaro pubblico per le ristrutturazioni. Come se non bastasse, sono negative anche le loro valutazioni sulla qualità degli interventi realizzati: infatti, sono più di un quarto le strutture in cui sono stati effettuati lavori ritenuti scadenti o inadeguati.
LE MISURE – Uno dei cavalli di battaglia del premier Renzi in questi primi ottanta giorni di governo è stata proprio la riqualificazione del sistema scolastico: “La scuola deve essere un luogo da cui ripartire e in cui stare sicuri”, ha più volte ripetuto il segretario del Partito Democratico. Inoltre, ha promesso un piano per la sicurezza degli edifici scolastici da 3,7 miliardi di euro, di cui 2,5 miliardi di fondi già esistenti in cassa e mai utilizzati. La speranza di tutti è che sia veramente la volta buona.
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