Yara Gambirasio – Secondo il consulente e medico legale Fabio Buzzi, responsabile dell’Unità operativa di Medicina legale e Scienze Forensi dell’Università di Pavia, sul corpo di Yara Gambirasio sono stati rinvenute alcune componenti organiche, peli e capelli, appartenenti a ignoto 1, ora identificato con Massimo Bossetti, il muratore bergamasco principale sospettato dell’omicidio.
Questo importante ritrovamento potrebbe definitivamente provare la colpevolezza dell’imputato e sciogliere ogni dubbio sulle dinamiche della vicenda.
Ma questa comparazione di DNA e ricerca, compito assegnato appunto all’Università di Pavia e il suo team di medicina legale circa 1 anno fa. sarebbe stata smentita dalla stessa procura di Bergamo che ha commissionato la ricerca scientifica. La quale afferma che la comparazione è ancora in corso e che non sono ancora stati esaminati i risultati.
Secondo il professor Carlo Previderè, della procura di Bergamo, “Il professor Buzzi non ha mai ricevuto un incarico diretto dalla Procura di Bergamo. La notizia da lui data circa la corrispondenza di una formazione pilifera all’indagato è totalmente priva di fondamento”. Viene anche criticata la presenza stessa dei peli di Bossetti sul corpo di Yara, sembra infatti che non siano stati neanche identificati come peli o capelli.
Non é tardata ad arrivare la risposta di Buzzi che ha spiegato come non sia di necessaria rilevanza la distinzione tra peli o capelli e che i test effettuati hanno già dato esiti positivi identificando il DNA di Bossetti sul corpo della giovane.
Molto strana comunque la critica e la smentita della procura di Bergamo, dal momento che sembra alquanto strano che il medico Buzzi abbia fornito dichiarazioni “totalmente prive di fondamento” senza un motivo particolare.
Nel frattempo continuano le indagini classiche sul caso Yara, la procura sta per effettuare alcune rilevazioni sul mezzo di trasporto di Bossetti. I primi risultati sono attesi fra qualche settimana.
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