Yara si sentiva seguita. Lo sfogo choc al fratellino

Bossetti, presunto assassino di Yara, al momento dell' arresto
Bossetti, presunto assassino di Yara, al momento dell’ arresto

 

Si sentiva osservata, la piccola Yara Gambirasio. La ragazzina di Brembate di Sopra non si sentiva al sicuro, almeno stando alle ultime, choccanti indiscrezioni emerse dalle indagini sull’ omicidio della giovane atleta. Notizie che rimbalzano da un’ emittente televisiva all’ altra, che viaggiano alla velocità della luce su carta stampata e web. Più si scava a fondo in questa vicenda, più si scende nel torbido inferno che la piccola Yara, da quel maledetto 26 novembre 2010, ha vissuto, sola ed impaurita. Un inferno che l’ ha condotta ad una fine tragica e prematura.

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CONFIDENZE FRATERNE. Interrogatori, rilievi, verifica degli alibi ed analisi degli spostamenti pare non giochino a favore di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore 43enne padre di famiglia fermato per l’ assassinio di Yara Gambirasio. L’ uomo, la cui immagine pareva essere totalmente irreprensibile, avrebbe girato parecchio attorno alla “zona sicura” frequentata dalla ragazzina. Gli investigatori, infatti, avrebbero raccolto numerose dichiarazioni di gestori di attività commerciali site vicino casa dei Gambirasio nonché adiacenti al centro sportivo nel quale Yara si recava abitualmente per i suoi allenamenti di ginnastica.

Una delle più significative testimonianze raccolte dalle forze dell’ ordine è quella della proprietaria di un centro estetico frequentato abitualmente da Bossetti. “Veniva almeno due volte alla settimana per una doccia solare di 15 minuti”, ha raccontato agli inquirenti Francesca, che descrive il muratore come un “clientone”. L’ esercizio commerciale della donna, attualmente sito in una nuova struttura, sino ad un anno fa era situato proprio vicino all’ abitazione dei Gambirasio. Bossetti avrebbe finito di frequentare il centro estetico proprio dopo la sparizione di Yara.

La testimonianza chiave, però, verrebbe proprio dalla vittima, quella Yara che aveva confidato al fratellino, qualche settimana prima della sua scomparsa, di sentirsi osservata. All’ inizio pareva essere solo una sensazione: i genitori ed il fratello di Yara non avrebbero approfondito la cosa, perchè la giovane, a distanza di qualche tempo, pareva essersi tranquillizzata. Questo sfogo, però, potrebbe rappresentare la “prova regina” che incastrerebbe Massimo Giuseppe Bossetti, quella che dimostrerebbe che il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni avrebbe puntato proprio lei, Yara. La Gambirasio potrebbe essere stata la vittima designata dell’ uomo, il quale non disporrebbe di un alibi credibile per i momenti del rapimento e dell’ omicidio. La moglie di Bossetti, nonostante difenda a spada tratta l’ integrità del suo consorte, non ricorda gli spostamenti effettuati dal suo Massimo il 26 novembre 2010. Troppi i dubbi, le variabili, le indiscrezioni per una sola, aberrante verità: Yara è morta tra freddo, stenti e dolore.

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