Calabria, turismo in calo. La protesta degli operatori

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“Ci trattano come delinquenti“. Poche, semplici parole, quelle pronunciate dal rappresentante di Assobalneari in Calabria Massimo Nucera, ma che hanno il sapore di una denuncia, neanche troppo velata, ai “poteri alti” responsabili, a detta di Nucera, di boicottare il turismo nella Regione alla punta dello Stivale. I numeri della stagione balneare da poco iniziata, infatti, parlano chiaro: la Calabria registra un preoccupante calo delle prenotazioni da parte dei turisti, che solo fino a qualche anno fa si accalcavano sulle coste della Regione, ammirandone le acque cristalline e le spiagge dorate.

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NON RESTA CHE ANDARCENE. In una recente intervista, il rappresentante di Assobalneari Nucera ha espresso tutta la sua preoccupazione per una stagione estiva iniziata decisamente in salita. “Siamo alla disperazione, c’è poco altro da dire”, ha ammesso Nucera, sottolineando che, però, le scarse prenotazioni nelle strutture ricettive e nei lidi di tutta la Calabria non sono dovute solo alle avverse condizioni meteo. “Vogliamo andare via da qui – ammette il calabrese –  fanno controlli e sequestri a tappeto e non abbiamo interlocutori nelle Istituzioni. Se in Spagna piove – continua Nucera – la gente può fare altro ma qui non c’è proprio gente, solo povertà. Questa è la realtà”. Il rappresentante di Assobalneari in Calabria conosce bene la drammatica situazione in cui, attualmente, stanno versando gli operatori turistici calabresi: egli stesso, infatti, possiede un lido sulla Costa Ionica di Reggio Calabria e vive sulla propria pelle la delusione di fronte alle mancate prenotazioni.

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IL RESTO D’ ITALIA CI BOICOTTA. Nel corso della giornata di sabato, racconta Nucera, “Ho affittato sette ombrelloni su settanta disponibili, incassando settanta euro. Ho sette dipendenti in regola, a pranzo ho fatto solo quattro pasti. Come si fa ad andare avanti così?”. Numeri allarmanti per il turismo italiano in generale e per la Calabria in particolare: la terra, infatti, ha fatto del turismo balneare una delle colonne portanti della propria economia. A chi dare la colpa di questo “flop”? Nucera ha le idee chiare in proposito: “Ho l’ impressione che il resto d’ Italia non voglia far sviluppare la Calabria perché sanno che nessuno potrebbe competere con i nostri 800 chilometri di costa, la sabbia bianca e il mare blu”. Sarà davvero così? Nel frattempo, serpeggia tra gli operatori del settore un clima di sfiducia: è comprensibile per uomini e donne che lavorano senza sosta al rilancio della Calabria e che, in cambio, si vedono etichettati come delinquenti.