Charlie Hebdo, braccati i killer nella foresta di Longpont

Charlie Hebdo

Il giorno dopo la strage di Charlie Hebdo, la caccia ai terroristi continua ad imperversare in tutta la Francia. Fortunatamente i primi riscontri stanno arrivando: i fratelli Kouachi sono rimasti a piedi, braccati, nella foresta di Longpont in Piccardia, 100 chilometri a nord di Parigi. I reparti speciali della polizia li inseguiranno per tutta la notte armati fino ai denti e con congegni per la visione notturna.

L’emergenza terrorismo in Francia si è particolarmente accentuata anche a valle dell’uccisione della poliziotta uccisa a Parigi, con un dispiegamento di forze senza precedenti. Si parla di 88mila uomini, quasi 10mila nella regione di Parigi, tra cui anche i paracadutisti. Nel pomeriggio di oggi si è registrato il momento di massima tensione: l’assalitore che ha sparato contro due poliziotti, fuori la redazione del Charlie Hebdo, è entrato armato in metropolitana, mentre una Clio grigia con dentro i fratelli Kouachi con kalashnikov e lanciarazzi è stata vista dirigersi verso Parigi. Dopo pochi minuti le porte di accesso alla città sono state chiuse, arrivando a blindare anche l’Eliseo. Poi le ricerche si sono spostate verso Villers-Cotteret, partendo da Crepy-en-Valois fino a Longpont e nella foresta adiacente.

La zona risulta al momento transennata e le immagini televisive mostrano migliaia di uomini con scudi, armati fino ai denti, percorrere a piedi la foresta. La notte di caccia sta per prendere inizio, un’operazione complessa senza tracce da seguire. Il sindacato di polizia, infatti, reputa l’operazione troppo rischiosa, chiedendo il ritiro di tutti gli uomini non impegnati nella ricerca. L’alibi di Hamid Mouran, il giovanissimo autista alla guida del commando terrorista, continua a reggere (era a scuola secondo le testimonianze dei compagni) ma rimane in stato di fermo.

Tutta la vicenda relativa all’attacco terroristico al Charlie Hebdo, comunque, è ancora avvolta da un senso di mistero vista anche la scarsa comunicazione del governo. Il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, non ha fornito alcuna notizia in conferenza stampa e le domande continuano ad imperversare nella mente del popolo francese, a partire dallo smarrimento delle carte d’identità nell’auto da parte dei fratelli Kouachi. La Francia intera continua a pronunciare il nome “Charlie”, in seguito anche allo spopolare dell’hashtag, mentre la redazione del Charlie Hebdo ha annunciato un’edizione stampata in un milione di copie per mercoledì. 

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