Prada, ritirato spot. L’accusa: “Bambina come oggetto sessuale”

Spot Prada Miu Miu

Glamour, bellezza, eleganza: poche, semplici parole riassumono il brand Prada, la nota casa di moda proprietaria anche del marchio Miu Miu. L’azienda conosciuta in tutto il Mondo è finita nella ultime ore nel mirino dell’Advertising Standards Authority (ASA), l’autorità inglese che monitora e controlla le pubblicità per uno spot ritenuto dall’autorità “voyeuristico” e pesantemente offensivo. La motivazione è stata rapidamente svelata: lo spot Prada mostra infatti una giovane modella – che ricorda una bambina – in pose provocanti e “Sessualmente evocative”.

Porta socchiusa. Giovane seduta sul letto. Bocca dischiusa, posa “invitante”: troppo per l’ASA, che ha deciso di porre il veto sulla nota azienda di moda. A nulla è bastato rendere nota la vera età della modella – 22enne, nonostante nel breve spot dimostri appena 16 anni – per tentare di placare il polverone sollevato da Miuccia Prada e famiglia.

“La sua bocca socchiusa e il lenzuolo stropicciato rafforzano l’impressione che la sua posa sia concepita per essere sessualmente evocativa– ha spiegato il team dell’ASA a proposito dello spot Miu Miu Prada – Sembra che lo spot trasformi la bambina in un oggetto sessuale“: questa l’accusa dell’autorità inglese alla nota casa di moda, che ha tentato di difendersi esplicando il vero intento della nuova campagna promozionale. “Lo spot non vuole in alcun modo far passare un messaggio sessuale”, ha spiegato Prada che al suo fianco ha trovato un prezioso ma purtroppo inutile alleato: la redazione inglese di “Vogue”, che ha invece ritenuto la pubblicità “Sofisticata e diretta a un pubblico educato ad apprezzare la fotografia e le grandi modelle”.

Prada non è purtroppo nuova ad episodi del genere: nel 2011 sempre l’ASA aveva intimato la casa di moda a ritirare un’altra pubblicità “equivoca”, che vedeva protagonista la giovane star di Hollywood Hailee Steinfeld. La Steinfeld era stata ritratta piangente e seduta vicino ai binari del treno: l’ASA gridò allora allo scandalo, accusando Prada ad istigare le giovani donne a commettere suicidio.