Ucraina, i separatisti ordinano all’ONU di andarsene

Separatisti di Lugansk, Ucraina

UCRAINA – Le autorità separatiste della Repubblica Popolare di Lugansk, nell’est dell’Ucraina, sostenute dalla Russia hanno chiesto espressamente agli agenti dell’ONU di lasciare la regione a partire da venerdì 25 settembre, secondo quanto affermato dal direttore delle operazioni umanitarie dell’ONU, Stephen O’Brien. Anche diverse organizzazioni non governative internazionali dovranno andarsene da Lugansk entro sabato, ha poi precisato, senza però specificare quali.

O’Brien ha dichiarato di essere inquieto per questa decisione e ha chiesto ai separatisti di Lugansk e Donetsk di permettere l’immediata ripresa delle attività dell’ONU e delle organizzazioni non governative internazionali. Con un appello implicito rivolto alla Russia, il direttore ha chiesto a tutti quelli che, di fatto, hanno influenza sui separatisti nell’est dell’Ucraina, di intervenire per convincere i ribelli a recedere dalla loro decisione. Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha sottolineato infatti che esiste ancora un forte presenza russa in Ucraina o sostegno dei separatisti filo-russi e ha dichiarato: “Ci sono forze russe, equipaggiamenti russi e Mosca continua a addestrare e assistere i separatisti”.

La Repubblica Popolare di Lugansk, uno Stato non riconosciuto e autoproclamato da forze politiche e militari separatiste nell’est dell’Ucraina, ha accusato qualche giorno fa l’associazione Medici Senza Frontiere (MSF) e la Croce Rossa di immagazzinare illegalmente medicinali sul loro territorio, accuse categoricamente rifiutate dalle due organizzazioni non governative.