Isis, il sonno della ragione genera mostri

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Sulle stragi che nei giorni scorsi hanno messo in ginocchio Parigi, la Francia ed il Mondo intero si è detto tutto ed il contrario di tutto. Non si è fatto in tempo a piangere i morti, che subito ecco arrivare la rivendicazione del Califfato; nemmeno il tempo di visualizzare il video di Anonymous ,che ecco apparire in tv la successione di scene che ritraggono le forze di polizia durante il blitz di Bruxelles. E tra le insistenti paure della gente comune manifestate sui social e nei salotti tv e la malcelata propaganda politica di alcuni esponenti della politica europea, l’unica cosa che resta stabile e certa è l’idea che coloro che hanno ideato, messo a punto ed effettuato questa vile barbaria sono dei mostri.

Siamo in balia degli eventi, spaventati ed indifesi: come combattere contro questi mostri privi di ragione, assatanati di “giustizia” e “vendetta”, sentimenti già contrastanti tra loro?  Come possiamo stare al passo di gente che mostra di disprezzare la nostra tecnologia e le nostre abitudini eppure le utilizza molto meglio di ciascuno di noi? Dove possiamo mai rifugiarci, nelle rassicurazioni dei capi di Stato? Hollande ha dichiarato guerra all’Isis, Putin questa guerra già la combatte e vorrebbe poterlo fare insieme con gli alleati del G20, nonostante il leader russo abbia esplicitato che tra gli stessi stati del vertice c’è qualcuno che arma e sostiene i sanguinari jihadisti. Dobbiamo attendere che si cali il gelo tra Putin e Barack Obama, che si accordino su Assad e si coalizzino concretamente, ma nel frattempo questi mostri che credono di agire in nome di Allah cosa faranno? Bombarderanno Roma durante il Giubileo? Le minacce son già state fatte: “Colpiremo Londra, Roma, Washington”, hanno detto i terroristi rivendicando gli attentati del 13 novembre. Ecco la furba e vigliacca strategia di questi mostri, infondono paura come forma di controllo delle masse. E, purtroppo, pare una strategia efficace.

Potremmo, una volta tanto, dar retta a quei “complottisti” che spesso ed ingiustamente deridiamo, un gruppo sempre più nutrito di persone che crede che tutto ciò che sta accadendo sia già stato deciso da tempo, che crede che questi mostri chiamati Isis siano armati dall‘Intelligence e che lo stesso califfo Al Baghdadi sia un ex agente della CIA. Forse ciò che è ritratto nella copertina dell’Economist pubblicato lo scorso gennaio dal titolo emblematico “The World in 2015” può fornirci una chiave di lettura che solo alcuni di noi sono stati in grado di interpretare.