Povera Parigi, dilaniata dall’Isis ed offesa dal popolo dei selfie

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Si tende a pensare che nei momenti bui del genere umano tutte le persone riescano ad unirsi, raccogliersi in preghiera, restare in silenzio e pensare a quale livello di barbara crudeltà sia in grado di arrivare l’uomo. Ciò che sta accadendo in questi giorni nel Mondo, dalla Francia alla Siria (perché anche li ci sono vittime innocenti, non dimentichiamolo) ha sconvolto tutti ed ogni qualvolta vengono mostrate in televisione le fotografie delle vittime degli attentati del 13 novembre viene su la pelle d’oca. Il male fa male ma, purtroppo, fa anche “scena”. Il male come scenografia di banali selfie,di video “autocelebrativi” su Periscope… è possibile? Pare proprio di si.

Carlos Herrera, giornalista spagnolo, ha pensato di scegliere l’esterno del Bataclan per il suo macabro selfie a Parigi, l’autoscatto è stato postato sul social network Twitter scatenando un’ondata d’indignazione ma anche scatenando la fantasia di molti internauti che al gesto idiota e vanesio di Herrera hanno dedicato numerosi memes. Ma c’è poco da ridere: il luogo dove parenti, amici, cittadini qualunque si recano a portare fiori e candele non può tramutarsi in uno sfondo choc per un selfie al fine di tirare sui social quanti più “like” possibile.

Parigi, il Bataclan, la Sorbonne non sono scenari dedicati al popolo sempre più nutrito di vanitosi affamati di “cuoricini” su Instagram. Questo dilagante narcisismo del genere umano già insopportabile di per se (basti pensare ai vari post “coffee time”, “pisolino time”, “passeggiata time” onnipresenti sui social network) diviene ancora più fastidioso quando gli scenari di questi selfie sono le scene del crimine.

Quando la piccola Sarah Scazzi venne assassinata, Avetrana si trasformò da paese tranquillo e semisconosciuto della Puglia a scena del crimine -scenografia per selfie. Un agghiacciante turismo dell’orrore che si è perpetrato e continuerà a perpetuarsi perché va di pari passo con il narcisismo e l’idiozia umana. E cosa dire dei selfie e dei video post-disastro?