Povera Parigi, dilaniata dall’Isis ed offesa dal popolo dei selfie

I commercianti liguri devastati dai danni dell’alluvione  in seguito al “fenomeno” dettato dai social hanno espressamente dichiarato: “I molti che vengono solo per avere un macabro souvenir, per favore posino smartphone, tablet e fotocamere. Imbraccino la pala e vengano ad aiutarci a spalare!“. E così anche quando accadde la catastrofe della Costa Concordia, per non parlare di chi si fotografa, giusto per pura vanità, nei pressi di Ground Zero, a New York.

“Io c’ero” che conta più di “Qui è successo qualcosa di tremendo”, il presenzialismo sfacciato ed ostinato che manca di rispetto al dolore dei parenti delle vittime. Mario Balotelli nel suo video-selfie appare (è questa la parola chiave: apparire) affranto e commenta quanto accaduto a Parigi: “Ma perché non siamo tutti una famiglia? Perché non c’è pace in questa terra?”. La scelta delle parole migliori, le più struggenti, le più ovvie e straccia cuore possibile. La scelta del luogo migliore, sfondo con cadavere oppure con auto capovolta o cosa dire del campo di concentramento di Auschwitz, e poi la posa, la luce, il filtro….zac, selfie fatto! Ora tutto il Mondo saprà che “io c’ero”. Conta solo questo, ormai.