“E in virtù di una parola ricomincio la mia vita, sono nato per conoscerti, per amarti, libertà”. La parte finale della poesia di Paul Eluard intitolata “Liberté” è ciò che meglio sintetizza lo stato d’animo dei giovani francesi ad una settimana dalle stragi di Parigi compiute da un commando di terroristi kamikaze. Parigi si è stretta accanto ai familiari delle vittime, ha pianto i suoi morti, ha pregato, sperato e temuto a lungo in questi giorni.
Centotrenta vittime, numerosi feriti, un blitz, quello di St.Denis, dove ha perso la vita la femmina di pastore belga Diesel, eroina francese a quattro zampe. Ed oggi, sette giorni dopo, Parigi vuole tornare a vivere, a sentirsi libera di poter sostare per assaggiare un croissant, bere un caffé oppure solo per scambiare quattro chiacchiere tra amici, davanti ad un bicchiere di birra. I giovani francesi la loro voglia di vita e di libertà la hanno riassunta in un hastag divenuto virale in poco tempo: #JeSuisEnTerrasse.
#JeSuisEnTerrasse è un hastag che i giovani francesi stanno usando per esprimere, con una buona dose di provocazione ed un pizzico di ironia, il desiderio di tornare a condurre la propria vita normalmente. Ragazzi che, intervistati dai numerosi giornalisti presenti a Parigi da giorni, dichiarano che non hanno più intenzione di stare chiusi in casa, di darla vinta al terrorismo.
Ragazzi che vogliono uscire, incontrarsi, parlare di quanto sta accadendo nella loro città, ma anche stare semplicemente in compagnia e farsi beffa di quei terroristi, anche questi giovanissimi, che per trovare uno scopo di vita devono drogarsi, inneggiare ad Allah e pianificare stragi in nome di un Islam che già ha preso le distanze da questi gesti di delirio.