UGANDA– Era il 26 Novembre 2015 quando in Uganda, sotto la presidenza di Yoweri Museveni, presidente dal 29 Gennaio 1986, è stata approvata la legge contro le ONG.
La legge approvata all’unanimità, permette al Ministero degli Affari Interni e al Consiglio Nazionale delle ONG di sospendere le attività delle singole organizzazioni, di richiedere ispezioni senza motivo, di accedere a dati sensibili e di sciogliere l’organizzazione senza che questa possa ricorrere in appello. I membri delle stesse possono essere arrestati anche durante lo svolgimento del proprio lavoro e vedersi inflitte pene fino a 8 anni di carcere.
Per lo Stato: “Non bisogna intraprendere alcuna attività contraria alla dignità del popolo dell’Uganda” e con questo cavillo, con l’approvazione della legge, le autorità statali potranno avere piena autonomia sulle decisioni operative sul territorio da questo momento in poi.
La chiusura delle ONG che aiutano la popolazione LGBTI (lesbian, gay, bisexual, transgender, intersex) e delle organizzazioni politiche contro l’attuale partito in carica, il National Resistance Movement -NMR, permette quindi allo Stato di controllare la società civile, senza nessuna possibilità di replica.
La situazione in Uganda peggiora sempre di più, fino a questi giorni nei quali le repressioni, le violenze, i linciaggi, le ritorsioni e gli abusi nei confronti di attivisti politici, giornalisti e difensori dei diritti sono aumentati maggiormente in vista delle elezioni presidenziali che si terranno il 18 Febbraio alle quali Museveni è candidato e che i sondaggi, ovviamente, danno come preferito.
Essendo vigente la legge, il divieto di incontro delle associazioni e il divieto di manifestazioni non permette un equo confronto tra i diversi partiti e i diversi movimenti. Aiutato anche dai Crime Preventers, volontari civili affiliati all’ NMR, la vittoria del partito di Museveni può essere certa fin da subito.
Con l’aumentare di queste violenze e delle violazioni dei diritti umani, sono scese in campo le organizzazioni umanitarie come l’org. SOLETERRE, che si prefigge di sostenere i diritti umani e i diritti delle minoranze LGBTI presenti sul territorio.
Soleterre è un organizzazione laica, indipendente che opera per garantire i diritti inviolabili dell’uomo nelle terre dove questi sono messi in discussione. Realizza progetti a favore di situazioni di precarità sanito-psico-sociale ed educativi e lavorativi allo stesso tempo.
Con strategie non violente interviene per favorire la risoluzione delle conflittualità e l’affermazione di una cultura di solidarietà operando in Uganda sin dal 2011.
«Il ruolo dei difensori dei diritti è fondamentale in Paesi a rischio come l’Uganda. Per noi agire in loro sostegno è una priorità: solo riconoscendo e proteggendo il loro lavoro per l’uguaglianza e la giustizia sociale si contribuisce fattivamente alla democrazia e alla pace globale, condizioni necessarie per il pieno rispetto dei diritti umani e per lo sviluppo. Ci uniamo quindi all’appello che molte ONG locali e internazionali stanno rivolgendo al governo ugandese perché la campagna elettorale e il voto delle imminenti elezioni si svolgano in un clima libero e senza violenze, nel rispetto della legalità e del diritto dei cittadini ugandesi di poter scegliere in libertà e sicurezza i loro rappresentanti», afferma il presidente di Soleterre Damiano Rizzi.
I diritti umani si basano sul principio del rispetto nei confronti dell’individuo.La loro premessa fondamentale è che ogni persona è un essere morale e razionale che merita di essere trattato con dignità.
Tuttavia molte persone citano soltanto la libertà di parola e di fede, diritti importantissimi, ma il raggio di applicazione dei diritti umani è molto più vasto. Significano potere di scelta, opportunità, libertà di ottenere un lavoro, ma soprattutto di scegliere il proprio partner e di crescere i propri figli. Significano scelte senza maltrattamenti e abusi.
In passato, non c’erano diritti umani, ma subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, nacque il documento noto come Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ed i trenta inviolabili diritti che appartengono ad ognuno.
In Uganda, nei campi profughi, muoiono 1.500 persone alla settimana e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ne sono morte ben più di 500.000 negli ultimi anni.
“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.” art.3 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.