Bruxelles, intervista a studentessa italiana – Gli attentati di Bruxelles hanno colpito tutti nel profondo. Come a Parigi, ancora una volta l’Europa si è dovuta piegare al terrore e all’impotenza di una guerra urbana e senza volto. Dall’Italia, le notizie che hanno invaso i giornali non hanno fatto altro che alimentare il clima di tensione già presente dopo i recenti episodi di terrorismo. Per questo motivo, abbiamo deciso di intervistare una giovane studentessa italiana in Erasmus nella città belga, che ci ha raccontato di come gli abitanti di Bruxelles e lei stessa, hanno vissuto gli attentati del 22 marzo.
1) Dove ti trovavi al momento dell’attentato?
Ho letto dell’attentato all’aeroporto appena sveglia, appena arrivata in università abbiamo saputo degli attentati alla metro.
2) Vi hanno fatto evacuare? Quali sono le indicazioni che vi hanno fornito?
Le prime indicazioni del comune di Bruxelles sono state di rimanere dove si era, uffici, scuole, etc. Verso pranzo l’Università ha deciso di evacuare. Noi stavamo ancora facendo lezione e avremmo dovuto lavorare a dei progetti tutto il pomeriggio. L’intero laboratorio aveva intenzione di rimanere in università comunque a lavorare, perché abbiamo la consegna a breve e perché non dobbiamo rinunciare alla nostra vita normale. Non è stato possibile e quindi i professori si son messi a disposizione in un bar davanti all’università.
3) Hai notato panico nelle persone intorno a te?
No, non c’era panico, più preoccupazione e voglia di capire: vedevo tutti gli studenti incollati al telefono, penso a leggere le notizie, sentire gli amici e parenti. Anche verso sera tornando a casa non c’era panico.
4) Hai avuto paura?
No, più che la paura per me la preoccupazione è come tranquillizzare quelli a casa che leggono le notizie esagerate dei media italiani mentre qui la situazione è tutto sommato tranquilla.
5) Hai paura ad uscire di casa? Se si, cosa ti fa paura?
Non abbiamo paura, oggi tutte le attività sono riprese normali solo con delle misure di sicurezza in più (ad esempio per entrare in università bisogna mostrare il tesserino e c’è più polizia per strada). L’Université Libre de Bruxelles ha comunicato la ripresa delle lezioni ricordando il motto “Scientia Vincere Tenebras”. Le lezioni all’altra università VUB sono invece sospese dato che hanno fatto delle minacce dirette a loro.
6) Credi che le misure di sicurezza adottate in città siano sufficienti?
C’è più polizia per strada, ma nessuna misura può veramente prevenire un attentato a meno che non si mettano poliziotti ogni 10 metri per tutta la città. All’aeroporto di Charleroi stanno controllando tutti i bagagli aprendoli uno a uno, ma non è una cosa che si potrà fare per lungo tempo.
7) Com’è il clima in città adesso?
La vita è ripresa normale, almeno nel comune di Ixelles, non saprei dire in centro. Dopo gli attentati di Parigi avevano chiuso le scuole per 4 giorni, credo che questa volta abbiano deciso che la strategia migliore non sia vivere nel terrore ma vivere normalmente.