I gioielli Castellani rubati nel 2013 tornano a Villa Giulia

123505681-edc6f1ec-448f-41cc-923e-fd58cca8c3bdIn seguito al furto del 30 Marzo 2013, avvenuto al museo di Villa Giulia, che aveva avuto come bottino 27 ori per un valore complessivo di 3 milioni di euro, dopo tre anni di indagini, finalmente si è giunti al recupero dei gioielli Castellani. La notte della rapina, i ladri, armati di asce e fumogeni, si erano infiltrati nel museo e avevano raggiunto la Sala degli Ori, in cui è suonato quasi subito l’allarme, impedendo di trafugare non più di poche manciate di gioielli.

La refurtiva, tuttavia, era ricchissima: una serie di collane, pendenti, anelli antichi, ma anche raffinatissime riproduzioni dei celebri orafi Castellani realizzate in gran parte con materiali di scavo etruschi, greci e romani. Dei 27 oggetti rubati, ne sono stati recuperati 23. Nella giornata di ieri i Carabinieri dei beni culturali (Tpc), insieme al procuratore Giancarlo Capaldo e al sottosegretario generale Antonella Recchia, hanno rivelato importanti dettagli sull’indagine – non ancora conclusa – che offre un quadro piuttosto completo sulla dinamica del furto.

Alla base del colpo milionario, ci sarebbe una ricca committente russa e un antiquario di Roma. Il piano originario dei due era di portare all’estero i gioielli, ma il grande clamore mediatico attorno al clamoroso furto l’aveva reso impossibile. La donna era stata individuata già dalle prime indagini, in cui era emerso che una ricca signora russa stava da tempo manifestando un tale interesse per gli ori in questione da non aver esitato ad accettare la proposta di un antiquario di venderle i pezzi originali.

La cittadina russa è stata fermata all’aeroporto di Fiumicino mentre era in partenza per San Pietroburgo, con la figlia dell’antiquario. A confermare ulteriormente i sospetti ha concorso il ritrovamento del catalogo della collezione dei gioielli nel bagaglio della signora e numerose foto nel cellulare proprio della Sala degli ori con tutti i dettagli dei sistemi di allarme.

Si può dire che un primo successo dei Carabinieri sia stato immediato: i gioielli non erano finiti all’estero. I ladri si sono rivolti a ricettatori locali per piazzare la preziosa merce, ma in tempi relativamente brevi sono stati identificati come pregiudicati dell’Agro Pontino. I malviventi erano soliti ad incontrarsi in un bar vicino a Via Portense con alcuni potenziali compratori.

Due dei malviventi, in seguito ad un controllo improvviso delle forze dell’ordine, sarebbero fuggiti in macchina facendo cadere una busta contenente sette dei gioielli rubati. Dopo mesi e mesi di intercettazioni e perquisizioni si è risaliti finalmente agli esecutori del furto e ai ricettatori, con l’avviso di conclusione indagini a carico di 6 persone, nonché al recupero dei reperti trafugati.

Il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha commentato con soddisfazione il ritrovamento dei gioielli, affermando: “E’ una grande giornata. Adesso gli ori torneranno al museo”. Purtroppo non sono stati recuperati che 23 monili, sebbene si ritenga che siano i pezzi di maggior pregio artistico. Rimane comunque un risultato ragguardevole, in attesa di eventuali sviluppi di un’inchiesta che per il momento rimane ancora aperta.