Stupra figlia per anni: “Mi dava calci in pancia per non farmi rimanere incinta”

Violenta la figlia prendendola a calci per evitare gravidanzeANCONA – L’ennesima vicenda di violenza domestica arriva da Jesi, Ancona. Una ragazza 23enne avrebbe denunciato il padre per averla violentata per 10 anni poco prima di accompagnarla a scuola. Secondo la figlia, inoltre, aveva l’abitudine di prenderla a calci sulla pancia per evitare che rimanesse incinta. “Se dici qualcosa, ammazzo prima tua madre, tua sorella, tuo fratello, poi mi uccido anche io”. Il pm incaricato, Serena Bizzarri, ha concluso le indagini chiedendo per l’imputato il giudizio immediato.

Secondo quanto riscontrato dalle indagini, gli abusi iniziarono poco dopo il 2000, quando la famiglia ha lasciato l’Albania per venire in Italia. All’epoca, la ragazza aveva 8 anni ma, secondo la sua testimonianza, questo non avrebbe impedito al padre di abusare ripetutamente di lei a giorni alterni. L’uomo sembra avesse l’abitudine di violentarla al mattino prima di andare al lavoro. Se la figlia tentava di ribellarsi minacciava di uccidere l’intera famiglia, incluso se stesso. Un incubo che sarebbe durato un decennio, senza che nessuno sospettasse nulla. La ragazza ha raccontato di essere riuscita a fuggire dal padre quando, compiuti 18 anni, si allontanò da casa chiedendo aiuto ad una zia. Alla donna avrebbe confidato parte della tragedia da lei vissuta, ma sono dovuti passare altri 4 anni prima che trovasse il coraggio per denunciare il proprio padre per violenza sessuale.

Il prossimo 22 giungo si terrà il processo contro il 45enne, in carcere da gennaio. Le accuse a suo carico sono di violenza sessuale pluriaggravata, considerando il legame di parentela e il fatto che la vittima avesse meno di 10 anni, e di maltrattamenti in famiglia. Secondo i legali dell’uomo, le accuse nei suoi confronti sono frutto di fantasia e rappresentano una sorta di vendetta da parte della ragazza nei confronti del genitore. Sembra infatti che l’uomo, dopo la figlia se ne andò di casa proseguendo gli studi in un’università estera, si rifiutò di mantenerla. A supporto di queste ipotesi, la difesa ha fatto notare che non esistono referti medici che supportino la versione della ragazza.