Sardegna, trovato relitto di un sottomarino scomparso nel 1943

Ritrovato relitto di un sottomarino della Seconda Guerra MondialeTAVOLARA – Durante la Seconda Guerra Mondiale molti sommergibili scomparvero senza dare più notizie entrando in quella che molti hanno ribattezzato “flotta fantasma”. Ora, grazie alla scoperta di Massimo Domenico Bondone, da quell’elenco va tolto il sottomarino inglese P311, scomparso nel 1943. Il mezzo navale è stato individuato dal sub genovese a 90 metri di profondità nelle vicinanze dell’isola di Tavolara, in Sardegna. “Trovarlo – confessa l’uomo – è stata davvero una grande emozione”.

Nel gennaio 1943, il sottomarino partì da Malta in direzione del porto di La Maddalena. Probabilmente, lo scopo della missione era distruggere due dei nostri incrociatori, situati appunto nelle vicinanze del porto. L’incarico venne affidato a Richard Douglas Cayley, comandante esperto noto per successi in analoghe situazioni. Le due forze navali però non si sono mai scontrate: il P311 non arrivò mai a destinazione. Il mezzo infatti sembra essere incappato in un campo minato non rilevato nei pressi dell’isola sarda di Tavolara. “All’epoca – ha dichiarato Bondone – alcuni pescatori raccontarono di aver sentito un boato durante la notte”. Trovandosi a quasi 100 metri di profondità, nessuno ne aveva mai notato la presenza e per oltre 70 anni nessuno ne ha più avuto notizia, rendendolo tra i più ricercati dell’intero Mediterraneo. Ora, la zona probabilmente diventerà meta turistica per subacquei ed appassionati di storia.

Secondo i documenti d’imbarco, al momento della tragedia c’erano 71 militari a bordo del sottomarino. Dalle prime osservazioni compiute da Bondone con il supporto dell’Orso Divining di Corrado Azzali a Poltu Quatu (Gallura), si pensa che i corpi siano ancora all’interno. “Il mezzo navale – ha spiegato il sub – è stato probabilmente danneggiato ma senza che si formassero varchi”. Parlando della scoperta fatta, l’uomo ha inoltre rivelato la presenza in coperta di alcuni chariot, mezzi utilizzati dai militari dell’epoca per avvicinarsi agli obiettivi per sistemare esplosivi.