Mercato del Lavoro

Mercato del lavoro in Italia: troppi giovani a tempo determinato

Aumentano i contratti a tempo determinato in Italia

In Italia nell’ultimo anno continua ad essere in crescita il numero dei lavoratori dipendenti presenti nel mercato del lavoro. Un trend che ha visto nel periodo tra il 2013 e il 2016 l’attivazione di oltre 40 milioni di nuovi contratti di lavoro. Di cui 39 milioni sono stati contratti a tempo determinato. Questi sono dati ufficiali pubblicati dal nuovo Rapporto sul mercato del Lavoro. Iniziativa che nasce dalla collaborazione tra il ministero del Lavoro, l’Istat, l’Inps, l’Inail e l’Anpal. Dal rapporto risulta che nell’ultimo trimestre di quest’anno sono in crescita il numero degli occupati. Mentre diminuiscono i disoccupati e gli inattivi. Il Rapporto, presentato nella giornata dell’11 Dicembre scorso, ci mostra un’ultima parte dell’anno positiva. Ciò invita ad essere più ottimisti per il futuro. Infatti, tra il 2016 ed il 2017, in Italia c’è stata un’accelerazione della ripresa che ha visto il mercato del lavoro recuperare i livelli occupazionali precedenti la crisi del 2008.

Lavoro indipendente ancora in declino

La ripresa dell’occupazione è stata significativa nell’ambito del mercato del lavoro dipendente e nel settore privato dell’economia. Viceversa, continua ad essere in declino il lavoro indipendente e quello nella pubblica amministrazione. L’aumento del lavoro dipendente non ha portato alcun beneficio in termini di stabilità finanziaria. Né in termini di possibilità per i giovani di realizzarsi come cittadini attivi e producenti. Dal 2014 è infatti cresciuta l’occupazione a termine. Con contratti che avevano periodi di scadenza anche molto brevi. Grazie alla legge 190 del 2014, il governo ha preso provvedimenti in merito alla decontribuzione per alleggerire i datori di lavoro privati. Ha fatto così registrare tra il 2015 e il 2016 una significativa crescita dell’occupazione a tempo indeterminato. Ciò ha però registrato una flessione nel 2017. L’aumento dell’occupazione riguarda per lo più le persone tra i 55 ed i 64 anni. Mentre per gli under 34 l’occupazione è in calo di 10,4 punti percentuali rispetto al 2008.

L’intervento di Tito Boeri, bisogna rivedere le norme sui contratti a termine

Un intervento interessante, in occasione della presentazione del Nuovo Rapporto sul mercato del lavoro 2017, è stato quello del presidente Inps Tito Boeri. Il quale invita le autorità politiche italiane a rivedere le norme sui contratti a termine che oggi è possibile rinnovare fino a cinque volte per lo stesso lavoratore. Questo può essere un problema se consideriamo il rischio che diventi un periodo di prova troppo prolungato. Inoltre, lo stesso Boeri ribadisce quanto preoccupante sia il fatto che la crescita dei contratti a tempo determinato corrisponda quasi sempre a contratti inferiori ai 3 mesi. Dunque, viene fatto notare come contratti di lavoro tanto brevi pongano (o dovrebbero porre) degli interrogativi al legislatore. Andrebbe dunque riconsiderato il caso di rendere più difficile rinnovare un contratto a tempo determinato dal momento che il governo si è battuto per favorire i contratti a tempo indeterminato.

Giuliano Poletti risponde e approva il pendiero di Boeri

A Boeri ha risposto il ministro del lavoro Giuliano Poletti. Il ministro ha appoggiando quanto detto in merito all’uso inappropriato dei contratti di lavoro a tempo determinato. Appoggia anche l’esigenza politica e legislativa di approfondire il tema e di fare delle opportune riflessioni sulla durata e sulla possibilità di ripetizione di questi contratti. Il mondo politico deve prendere in considerazione che la normativa sulla riforma del mercato del lavoro debba essere a sostegno di un contratto di lavoro a tutele crescenti.