Scrivere in corsivo

La scrittura in corsivo è scomparsa: la sua importanza

Il progresso tecnologico e la digitalizzazione della scrittura sta portando a una riforma della didattica nella scuola e alla perdita della scrittura in corsivo. Un esempio di questo cambiamento è pensare che oggi, la gran parte degli studenti americani non è in grado di scrivere o leggere una lettera in corsivo minuscolo.
A livello pedagogico significa che nella scuola contemporanea si è lavorato per un superamento della scrittura manuale, soprattutto della scrittura in corsivo.
Un motivo è che viene considerata troppo difficile e inutilizzabile in una scuola iper- tecnologica. Intanto, i bambini stanno perdendo il senso del giocare con la penna. Non si lascia più spazio allo scarabocchiare il foglio.

IL FALLIMENTO EDUCATIVO DELLA SCUOLA

La scuola che una volta era fatta di penne e matite, è diventata una piattaforma fatta di tastiere elettroniche e altri dispositivi.
Dobbiamo parlare di “fallimento” educativo della scuola, perché la perdita della scrittura manuale non è solo una sofisticata funzione intellettiva ma è anche lo specchio distintivo del nostro essere come persone. Scrivere usando la nostra grafia ci rende “unici”. Basta pensare semplicemente al fatto che non esistono due scritture umane identiche, come le nostre impronte digitali cambiano da individuo a individuo.
Ma, a differenza delle nostre impronte digitali, la scrittura manuale, ha la capacità di evolvere, infatti cambia insieme a noi. Molti ragazzi sono praticamente incapaci di scrivere in corsivo.
Qualche anno fa, questa condizione sarebbe stata definita come semi-analfabetismo. Oggi, invece, è la conseguenza della scelta ideologica di pedagogisti ed esperti educatori, che hanno deciso di abbandonare l’insegnamento tradizionale della scrittura in corsivo per rendere l’apprendimento più semplice e veloce. Più digitale ed informatizzato.

IL RITORNO ALL’INSEGNAMENTO DEL CORSIVO

La paura di ritrovarsi con milioni di persone adulte, capaci a malapena di scrivere la propria firma, ha spinto la senatrice repubblicana dello Stato della Louisiana Beth Mizell ad approvare un progetto di legge che reintroduca l’insegnamento del corsivo nelle scuole.
Un’idea che si basa su studi portati avanti da neuroscienziati che dimostrano come il progressivo oblio della scrittura manuale ha delle conseguenze sul funzionamento del cervello umano. La penna, non potendo essere cancellata, costringe il cervello a fare scelte veloci dei vocaboli da utilizzare, contemporaneamente siamo impegnati a dare la massima attenzione a scrivere bene tutte le lettere, a seguire le regole grammaticali, ecc..
Il risultato di tutto questo lavoro è che i giovani con maggiori abilità nello scrivere in corsivo hanno una maggiore capacità di concettualizzare gli argomenti e di problem solving.

I vantaggi

Tanti sono i vantaggi a livello cognitivo che provoca la scrittura in corsivo. Come per esempio la migliore memoria e il recupero di informazioni in tempi più brevi e senza grandi sforzi. Si ragiona meglio e ciò influisce anche sul cervello che resta giovane più a lungo. In questo modo viene migliorato il nostro stile di vita, siamo stimolati ad essere più curiosi ed attivi. Proprio per questo la scuola sta meditando di ritornare all’insegnamento della scrittura in corsivo. Un passo pedagogico e ideologico molto importante per la nostra vita.

LO DICE LA GRAFOLOGA

Per capire meglio l’importanza educativa della scrittura a mano in corsivo è importante il parere di un esperto. La dott.ssa Irene Bertoglio, grafologa e perito grafico giudiziario. Si occupa in modo particolare della prevenzione e del recupero della disgrafia. La dottoressa ha collaborazioni con molte scuole dove svolge corsi di formazione e progetti sperimentali.
Lei parla di “rieducazione alla scrittura”, anche se ad oggi mancano delle direttive precise da parte del Ministero dell’Istruzione sul metodo di insegnamento della scrittura e ciò genera confusione.
Valorizzare e salvaguardare il corsivo è una battaglia che viene portata avanti da tempo da parte di esperti pedagogisti, calligrafi e grafologi. Se un bambino ha difficoltà a scrivere non è “malato”, manca l’esercizio che gli dia la giusta esperienza e lo renda padrone della sua scrittura.