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“Le donne non sono fatte per diventare ingegneri”, Google lo licenzia ma…

James Damore, dipendente di Google ha dichiarato che ” le donne non sono fatte per diventare ingegneri”. Secondo questo misogino troglodita le donne non solo non hanno la predisposizione per diventare un buon ingegnere ma indebolirebbero il settore tecnologico. Nell’ agosto del 2017 grazie a queste vergognose dichiarazioni, definite appunto misogine Damore è stato licenziato. Invece di mettere la testa sotto la sabbia per la vergogna quest’uomo ha deciso di far causa a Google, in quanto discriminerebbe gli uomini bianchi conservatori, non solo, Damore spera che l’azione legale possa raggiungere lo stato di class action.

James Damore, prima di essere licenziato, aveva redatto un vero e proprio documento di dieci pagine nel quale esponeva appunto le sue opinioni sul genere femminile, sulle differenze biologiche di questo rispetto al genere maschile. Secondo l’ignorante cavernicolo, le donne sarebbero più arrendevoli degli uomini, ansiose, nevrotiche, inadatte a tollerare lo stress. Per affrontare questa ridicola battaglia legale, ha deciso di intentare causa insieme ad un altro suo collega, David Gudeman, che era stato licenziato nel 2016 dopo aver fatto dei commenti su un dipendente musulmano.

Il sessista e il razzista sostengono che Google abbia un orientamento anticonservatore.  L’amministratore delegato Sundar Pichai, in seguito alla vicenda, aveva difeso la libertà dei dipendenti di esprimere le proprie personali opinioni, ma ha anche dichiarato che “alcuni passaggi violano il nostro codice di condotta e oltrepassano i limiti presentando degli stereotipi di genere nocivi sul nostro luogo di lavoro“. In effetti le discriminazioni sia razziali che sessuali sono un crimine in molte parti del mondo, Google non ha discriminato il conservatore bianco ma ha solo preso provvedimenti a seguito di un comportamento illecito per la legge. Google è indagata dal Department of Labor Usa, ma per il divario retributivo tra uomini e donne, e per le denunce di donne o persone di colore discriminate.