Nonostante ci sia un regolamento scritto, la FIA sembra non fidarsi molto dei top-team della Formula 1. Difatti, a circa un mese dalla partenza del primo Gran Premio della stagione 2018 in Australia, e a pochi giorni dai test invernali di Barcellona, è stata inviata un’ulteriore direttiva tecnica a tutte le squadre per ribadire quanto prevede, quest’anno, il regolamento, in termini di power unit, e per specificare quali sono i parametri che tutti sono chiamati a rispettare. Ricordiamo, infatti, che con la stesura delle nuove regole, è stato sancito che tutti i propulsori siano fisicamente identici, e che le varie unità verranno controllate e monitorate grazie ad un dossier di omologazione redatto tenendo conto dell’appendice 4 del regolamento della Formula 1. Dunque, a differenza di quanto accaduto negli anni precedenti, i costruttori non potranno fornire ai clienti dei motori differenti rispetto a quelli delle vetture principali, come ad esempio è accaduto con la Ferrari nei confronti della Toro Rosso nel 2016 e della Sauber nel 2017 che hanno montato power unit con specifiche della stagione precedente.
Ma la FIA, non contenta, ha voluto ribadire la sua severità su questo punto, ricordando a tutti i team che, a partire dal 2018, non ci dovrà essere solo un’identica omologazione fisica delle unità, ma anche una gestione equa fra scuderie principali e squadre che ricevono i propulsori da altre aziende. In altre parole, la Federazione Sportiva teme che ci possano essere delle profonde differenze di utilizzo e di potenzialità, con i team ufficiali che, ad esempio, sarebbero in grado di sfruttare al massimo le power unit in modalità da qualifica, con accorgimenti tramite i software di gestione dai quali sarebbero escluse le squadre clienti.
Di conseguenza, la Federazione Internazionale dell’Automobile ha chiesto che l’uguaglianza delle unità motoristiche non riguardi solo le specifiche fisiche, ma anche la loro gestione, per far sì che tutti possano giocarsi le proprie chance in pista ai massimi livelli, senza alcun “handicap” per quelle squadre che ricevono i motori da altri costruttori. L’unica eccezione si può avere nel caso in cui una scuderia decida di rinunciare deliberatamente ad una determinata specifica, comunicandone le motivazioni ai commissari tecnici. Inoltre l’ente presieduto da Jean Todt, per garantire un maggiore equilibrio sui tracciati di tutto il mondo, gradirebbe che non vi fossero differenze nell’utilizzo di olio e carburante, ma in questo caso sarà piuttosto difficile introdurre delle vere e proprie imposizioni alle scuderie, poiché ci sono delle squadre clienti che ricorrono a lubrificanti e carburanti differenti rispetto ai top-team.
Dunque, inviando questa direttiva tecnica, la FIA lascia chiaramente intendere che sorveglierà attentamente sulla regola dell’uguaglianza di tutte le power unit, nella speranza che si possa raggiungere un maggior equilibrio nei rapporti di forza tra le varie contendenti, ottenendo magari quel pizzico di spettacolo e di competitività in più che renderebbero ancora più appetibile l’intero movimento della Formula 1 agli occhi dei tifosi e degli appassionati di motorsport.
Patrizia Gallina