“Lo stadio a Tor di Valle è sempre più vicino”. Con queste parole, appena pochi giorni fa, Virginia Raggi, sindaca di Roma, annunciava con soddisfazione che i lavori per la realizzazione di un nuovo impianto sportivo nella capitale stavano procedendo spediti, garantendo in poco tempo nuovi posti di lavoro e un miglioramento della qualità della vita nel quartiere. La situazione, però, si è drasticamente capovolta in queste ore, con un’indagine della Procura romana che ha fatto scattare diversi arresti.
Nella giornata del 13 giugno, i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma hanno avviato una maxi operazione che ha portato all’emissione di nove ordinanze di custodia cautelare (6 in carcere e 3 ai domiciliari). Tra le persone finite in manette risultano l’imprenditore Luca Parnasi e cinque collaboratori, mentre i domiciliari sono stati stabiliti per il vicepresidente del Consiglio regionale Adriano Palozzi, per l’ex assessore regionale Pier Michele Civita e per il presidente di Acea, Luca Lanzalone, il quale si era occupato (come consulente del Movimento 5 Stelle) di seguire l’attuazione del dossier. Costoro sono stati raggiunti da un’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica Amministrazione.
L’intervento delle forze dell’ordine è cominciato all’alba, a pochi giorni dalla riunione dell’Assemblea capitolina che avrebbe dovuto decidere sulla maxi-variante urbanistica, ovvero un provvedimento atto a riconoscere ai proponenti del progetto una serie di cubature in più rispetto a quanto sancito dal Piano regolatore generale, per mettere al riparo Tor di Valle dal rischio inondazioni. Il Movimento 5 Stelle, se nelle prime fasi si era opposto alla prospettiva di avere un nuovo stadio a Roma, in un secondo momento aveva deciso di appoggiare la proposta, puntando addirittura a far partire i lavori entro la fine dell’anno.
Tuttavia, ben prima dei 9 arresti effettuati nella mattinata del 13 giugno, erano già emersi dei punti oscuri intorno al progetto per il nuovo stadio della capitale, infatti nel giro di pochi giorni erano arrivati in Campidoglio più di 30 ricorsi, nei quali erano stati denunciati rischi di speculazione per la costruzione di attività commerciali e uffici nei pressi dell’impianto. Allo stesso tempo, diversi ricorrenti avevano posto in evidenza la mancanza di vie di fuga che avrebbero potuto mettere a rischio l’incolumità delle persone e, soprattutto, avevano lamentato che il Prg sarebbe partito ben prima dell’approvazione degli interventi di bonifica dell’intera area sulla quale sarebbe stato edificato lo stadio.
Dunque, delle criticità c’erano eccome intorno al nuovo stadio di Roma, e sicuramente le 9 ordinanze di custodia cautelare sancite dal gip della Procura della capitale rappresentano un duro colpo verso l’intero progetto. Secondo quanto appreso da “Il Messaggero”, in seguito a quanto accaduto di recente, il Comune sarebbe pronto a fermare l’intera operazione.
Patrizia Gallina