Si è spento, intorno alle ore 22 di venerdì 30 novembre, George H.W. Bush, 41° presidente degli Stati Uniti dal 1989 al 1993, passato alla storia soprattutto per aver posto fine alla Guerra Fredda con l’allora Unione Sovietica guidata da Gorbaciov. Lo statista del Massachusetts aveva 94 anni: l’annuncio della morte è stato dato dal figlio, George W. Bush, a sua volta leader della Casa Bianca per due mandati. Nel mese di aprile si era spenta anche l’ex first lady, Barbara, a 93 anni: la coppia era stata sposata per ben 73 anni.
Jim McGrath, storico portavoce della famiglia Bush, ha spiegato che l’ex presidente americano già da un po’ di tempo era affetto dal morbo di Parkinson che lo aveva costretto su una sedia a rotelle. Eroe della Seconda Guerra Mondiale, il politico repubblicano non solo ha avuto un ruolo di primaria importanza nella fine della Guerra Fredda, ma è stato anche il leader statunitense che nel 1991 ha dato il via alla Guerra del Golfo, al termine della quale gli USA riuscirono a sconfiggere l’Iraq che aveva invaso il Kuwait. Alla conclusione del suo primo mandato, travolto dalla crisi economica, non venne rieletto dai cittadini che gli preferirono il democratico Bill Clinton.
Negli ultimi anni, George Bush senior è stato ricoverato in diverse occasioni, ma era sempre riuscito a riprendersi, trovando anche la forza per manifestare la sua ostilità nei confronti di Donald Trump, soprattutto quando questi, durante le primarie del 2016, riuscì a sopravanzare il figlio Jep Bush.
Appena si è diffusa la notizia della morte del 41° presidente USA, l’attuale inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, è intervenuto su Twitter per esprimere il suo cordoglio. Il tycoon, che attualmente si trova in Argentina per prendere parte al G20, ha sottolineato l’importanza di Bush padre nel guidare il Paese verso una “pacifica e vittoriosa fine della Guerra Fredda”, aggiungendo che il suo esempio sarà sempre un punto di riferimento per tutti i cittadini americani, affinché si impegnino a lottare solo ed esclusivamente per giuste cause.
Anche Bill Clinton e Barack Obama, ex presidenti democratici, hanno voluto omaggiare la memoria del collega repubblicano. Obama ha affermato che gli Stati Uniti hanno dovuto dire addio a “un patriota e un umile servitore dell’America”, mentre Clinton, dopo aver ricordato il rapporto di amicizia instauratosi in questi anni, ha evidenziato che saranno pochi gli statunitensi in grado di eguagliare Bush per i servigi che ha reso agli States, e per la gioia che ne traeva nel lavorare per il bene del Paese.
Arnold Schwarzenegger ha invitato a rivolgere una preghiera alla memoria del 94enne leader politico repubblicano: “Questa sera dovremmo prenderci un minuto per guardare al cielo e offrirgli un silenzioso ringraziamento”. L’attrice Goldie Hawn, invece, si è soffermata di più sulle qualità dell’uomo, descrivendolo come una persona “amorevole” che si è sempre battuta per la verità. Tim Cook, amministratore delegato di Apple, ha sottolineato come in queste ore si sia spento un “grande americano” che ha insegnato a tutti come si gestisce una leadership con “sacrificio e decoro”.
Non poteva mancare un intervento da parte di Mikhail Gorbaciov, il quale ha ricordato l’intenso lavoro portato avanti con George Bush senior negli ultimi anni della Guerra Fredda, definendo “drammatico” quel periodo storico ed evidenziando al contempo i grandi risultati ottenuti, tra i quali la fine della corsa agli armamenti nucleari. Infine l’ex presidente sovietico si è detto certo che il suo esempio “come statista e come uomo” sarà nel cuore dei cittadini statunitensi ancora per molti anni.
Emmanuel Macron, nell’esprimere il suo cordoglio per la dipartita del 41° presidente statunitense, non ha disdegnato di lanciare una frecciatina nei confronti di Donald Trump. Il leader francese, infatti, si è soffermato soprattutto sul ruolo ricoperto da Bush padre come solido alleato dell’Europa.
Patrizia Gallina