Corrado Guzzanti truffato dai manager.

Titoli fasulli: truffa di 700mila euro ai danni di Corrado Guzzanti

Almeno 700mila euro andati in fumo nell’arco di 10 anni. È questa la portata della truffa di cui è rimasto vittima Corrado Guzzanti, noto attore comico romano. Nella giornata di lunedì 11 marzo, l’artista è stato ascoltato durante l’udienza al Tribunale Monocratico di Roma, che vede imputati Valerio Trigona Terenzio, agente e produttore del Gruppo Ambra, e Cesare Vecchio, suo principale collaboratore.

Lo showman capitolino non ha nascosto che questa triste vicenda lo abbia profondamente scosso sotto l’aspetto “umano e professionale”. Stando a quanto affermato dal pubblico ministero di Roma, Maria Caterina Sgrò, il raggiro nei confronti di Guzzanti sarebbe consistito nel convincerlo ad investire i proventi dei suoi spettacoli in una serie di titoli tedeschi che, secondo i manager attualmente sotto processo, avrebbero fruttato in poco tempo delle somme piuttosto alte. In realtà questi profitti non si sono mai verificati, soprattutto perché pare che i suddetti titoli fossero assolutamente falsi.

Il conduttore romano in aula ha spiegato che nel 2004 Terenzio gli aveva consigliato di investire del denaro su un conto BNL, legato a sua volta a delle obbligazioni tedesche che garantivano ben il 4% della resa. Nel momento in cui accettò la proposta del manager, l’attore cominciò a non essere più pagato regolarmente per la sua attività artistica e professionale, ma gli vennero mostrati ogni 3-4 mesi dei prospetti nei quali si sarebbero dovuti trovare i suoi guadagni. In realtà, col tempo è emerso che si trattava di una truffa: il suddetto conto non sarebbe mai esistito e, soprattutto, pare che il manager avesse redatto da solo la documentazione da mostrare al popolare cliente.

Al contempo, forti della fiducia di Corrado Guzzanti, i due agenti avrebbero anche versato le imposte a suo nome con grosso ritardo sui tempi previsti, ed oggi lo showman si ritroverebbe con un debito di 900mila euro nei confronti dell’Erario. Il 53enne romano ha riportato durante la sua deposizione che, in seguito a questa vicenda, la banca ha provveduto al pignoramento della sua unica casa. Inoltre, durante il suo lungo intervento al processo, l’attore ha aggiunto che Terenzio e Vecchio avrebbero fatto partire numerosi bonifici falsi dai suoi conti personali e indirizzati ad alcune aziende e società facenti capo proprio ai due manager.

La truffa, stando a quanto emerso durante il procedimento giudiziario, sarebbe iniziata nel 2004, per poi concludersi nel 2013. Proprio Guzzanti, infatti, ha rivelato che è stato Terenzio a confessargli nel mese di giugno di circa 6 anni fa: “Sì è vero, ti ho truffato”, prima di impugnare una borsa di cuoio piena di documenti e di allontanarsi dal suo ufficio.

Patrizia Gallina