Studentessa bendata in Dad

Studentessa bendata in Dad: il grido di protesta davanti al Ministero dell’Istruzione

Continua a destare clamore la vicenda della studentessa bendata durante un’interrogazione svolta in Dad. La foto che ritrae la giovane protagonista, una quindicenne del Liceo Montanari di Verona, ha fatto in poco tempo il giro del web, divenendo anche di interesse nazionale. Tanti gli studenti che, approfittando dell’episodio, hanno scelto di denunciare quanto accade quotidianamente durante la didattica a distanza, tra continui malfunzionamenti e disorganizzazione delle strutture scolastiche in tutta Italia.

Il flashmob organizzato dalla Rete degli Studenti Medi in sostegno della studentessa bendata

Sulla vicenda della studentessa bendata è intervenuto anche Federico Allegretti, coordinatore della Rete degli Studenti Medi, che ha raccontato così il segno di protesta avanzato nella mattinata di oggi di fronte alla sede del Ministero dell’Istruzione a Roma, dove un gruppo di studenti si sono dati appuntamento indossando una benda sugli occhi: “L’episodio del liceo Montanari di Verona non è un caso isolato: ci benderemo simbolicamente per esprimere solidarietà alla studentessa, ma soprattutto per denunciare le storture sempre più evidenti della didattica a distanza. Questa, infatti, è stata solo la punta dell’iceberg e chiediamo che vengano presi dei provvedimenti immediati ma soprattutto che venga ripensato l’intero sistema-scuola che, durante la dad, ha reso manifeste a tutti le sue carenze strutturali“.

La vicinanza dei genitori alla docente di Verona

Come raccontato anche da coloro che hanno assistito in prima persona all’accaduto, la professoressa di tedesco aveva chiesto alla studentessa di bendarsi nel corso dell’interrogazione per evitare che qualsiasi  tipo di aiuto potesse influire sulle sue risposte. La reazione della quindicenne non si è fatta attendere che ha subito dichiarato di essersi sentita umiliata per quel gesto.

Ma le attestazioni di vicinanza e supporto alla docente sono arrivate in massa anche da parte di numerosi genitori che hanno scelto di difendere l’operato della stessa, definendola “un’ottima insegnante“. Nel frattempo, l’Ufficio scolastico regionale del Veneto ha deciso di avviare i dovuti accertamenti per far luce sulla vicenda e capire, anche tramite la testimonianza dei compagni di classe della giovane, cosa sia realmente accaduto durante quella interrogazione.