Dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, la Corte d’Assise di Ravenna ha condannato a 24 anni di reclusione Riccardo Pondi.
L’uomo è stato arrestato nella notte tra il 18 e il 19 dicembre del 2019 dai carabinieri per l’omicidio della moglie, Elisa Bravi 31 anni, avvenuto nella loro villa a Glorie di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna.
Il tutto è accaduto al termine di una furiosa lite domestica, mentre le figlie di 3 e 6 anni dormivano nella loro stanza.
Riccardo Pondi: la sentenza
La condanna non ha accolto le richieste della Pubblica Accusa, Lucrezia Ciriello, che aveva chiesto l’ergastolo. La Corte, dopo aver concesso le attenuanti generiche mettendole in equivalenza con le contestate aggravanti, ha ricalcolato la pena.
La Corte ha deciso che per tutta la durata della pena sia sospesa l’attività genitoriale di Pondi, disponendo dei risarcimenti nei confronti dei genitori della vittima e delle due figlie.
A ciascuna delle figlie dovrebbe andare un milione di euro.
Ai genitori di Elisa 450.000 euro ciascuno.
All’Udi, alle Associazioni Demetra e Dalla Parte dei Minori, al Comune di Bagnacavallo e all’Unione dei Comuni della Bassa Romagna andranno invece 5.000 euro ciascuna.
L’ennesima vittima di femminicidio
La difesa aveva chiesto l’applicazione di attenuanti e il riconoscimento del vizio parziale di mente dell’uomo.
La Corte, invece, ha valutato la piena consapevolezza di intendere e di volere, alla luce delle considerazioni apportate dallo psichiatra nominato dalla Corte e da quello incaricato dalla procura per vagliare il comportamento dell’omicida.
I giudici si sono dati 90 giorni per il deposito della motivazione della sentenza.
Elisa è l’ennesima vittima di femminicidio.
Una donna che fino all’ultimo ha provato a difendersi, come dimostrato dalle lesioni dei gomiti.
Il suo corpo, completamente martoriato, parla di quello che le è successo: morsi, lesioni, rottura delle ossa del collo con le mani.