Continua a destare sospetto la scomparsa della ginecologa Sara Pedri risalente allo scorso 4 marzo. Secondo le ultime dichiarazioni della sorella, rilasciate al programma “Quarto Grado“, varie erano le occasioni in cui la ragazza subiva aggressioni verbali sul posto di lavoro. Quest’ultima afferma: “Stai zitta e lavora e continuamente le ripetevano di essere un’incapace e di non saper fare nulla”. Una confessione fatta dalla dottoressa, poco dopo il trasferimento a Trento. A seguire, maggiori informazioni.
L’ostilità a lavoro: cosa subiva quotidianamente Sara Pedri
Nell’intervista, Emanuela ha spiegato: “Sara era attaccatissima alla famiglia e alle sue cose: amava mangiare, amava la musica e i film. Era una persona colorata. In tutto”. Una ragazza diligente e piena di entusiasmo verso un lavoro raggiunto con impegno e sacrificio. Inoltre, pare che dopo qualche settimana la voce di Sara fosse diventata sempre più malinconica. “Non aveva tempo di andare in bagno o mangiare, non poteva fermarsi, era un ambiente di lavoro ostile e per interi turni non le veniva assegnata alcuna mansione. Veniva aggredita verbalmente e in un’occasione è stata schiaffeggiata da uno dei suoi superiori su una mano: poi è stata invitata a togliersi il camice e a sedersi in una stanza a parte”.
In aggiunta, la ragazza ricorda le costanti umiliazioni a lavoro che la Pedri subiva costantemente: “Sei un’incapace, non sai fare niente, dove ti hanno formata non ti hanno insegnato a fare nulla”. Un eccessivo disprezzo che ha portato Sara a trasferirsi nuovamente nella sua Forlì dopo aver preso 15 giorni di malattia. Una pausa che l’ha aiutata a riflettere fino a rassegnare le dimissione e tornare ad essere nuovamente “libera”. Da lì in poi, il nulla, solo una macchina ritrovata vicino Cles e il cellulare della giovane, all’interno del quale gli inquirenti hanno trovato nella cronologia, la ricerca: “Ponti sommersi Val di Non”.