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Covid in Italia, salgono a 10 le regioni a rischio moderato

Aumenta la preoccupazione in tutta Italia dopo gli ultimi dati sull’andamento dei contagi all’interno del Paese: salgono, infatti, a dieci le regioni a rischio moderato. Una situazione che deve essere mantenuta sotto controllo, soprattutto per evitare una nuova escalation già a partire da settembre.

Cambio di colore in arrivo per la Sicilia

La Sicilia, che ad oggi ha già ampiamente superato le percentuali dei ricoverati in terapia intensiva (12,1%) e nei reparti ordinari (19,4%), aspetta solo la nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza. Il passaggio in zona gialla, dunque, è ormai certo. Nessun dietrofront improvviso come avvenuto la scorsa settimana. Il timore, infatti, è che il numero di contagi possa aumentare ulteriormente nei prossimi 30 giorni. Per questo motivo, il cambio di colore è inevitabile, mentre Sardegna e Calabria potrebbero rischiare a partire dal 6 settembre. La prima, al momento, presenta una percentuale dell’11,2% nelle terapie intensive, e del 14% per quelli ordinari. Numeri che, ancora, fanno ben sperare così come la seconda che conta il 15,2% di ricoverati nei reparti e il 5,9% nelle terapie intensive.

Regioni a rischio moderato: ecco quali sono

Come dimostrato dall’ultimo monitoraggio reso noto nell’ultima settimana dal ministero della Salute, ci sono altre regioni classificate a rischio moderato. Si tratta di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Piemonte, Puglia, Valle d’Aosta e provincia autonoma di Trento. Anche qui, la situazione è ancora sotto controllo dal momento che nessuna supera le soglie di occupazione negli ospedali indicate dal governo. Infatti, a partire dallo scorso 22 luglio, i parametri utilizzati per definire il cambio di colore delle regioni sono stati modificati, tenendo in considerazione non soltanto il numero di casi ogni 100 mila abitanti, che deve comunque non superare i 50. In questo modo, gli ospedali possono garantire cure a tutti coloro che ne hanno bisogno e non entrare in sofferenza come accaduto durante gli ultimi lockdown.