Il passaggio in zona gialla a partire da lunedì 13 settembre potrebbe riguardare altre due regioni. Dopo la Sicilia, che attualmente è l’unica ad aver abbandonato la zona bianca, ci sono la Sardegna e la Calabria che rischiano di raggiungere l’isola.
Passaggio in zona gialla: Sardegna in bilico
Come ogni settimana, fondamentali sono i dati del martedì, ovvero di ieri. Questi, infatti, saranno presi in esame dalla cabina di regia del venerdì, durante la quale verrà deciso il cambio colore delle regioni. Come indicato dal governo, i parametri per regredire in zona gialla sono i seguenti: almeno 50 casi a settimana ogni 100mila abitanti e soglia di occupazione dei posti letto in ospedale prevista al 10% in terapia intensiva e al 15% nei reparti ordinari. Nel caso in cui tutti e tre venissero superati, diventa praticamente certo il passaggio. E’ quanto accaduto proprio con la Sicilia che, pur peggiorando di giorno in giorno, è ancora ben lontana dalla possibile zona arancione. La situazione però, è ancora difficile anche nell’altra isola, ovvero in Sardegna. In questo caso, infatti, sono già due i parametri da zona gialla.
La situazione della Calabria
Il cambiamento, però, potrebbe non avvenire già da lunedì prossimo, a meno di improvvise sorprese da parte del governo. Stessa cosa per quanto riguarda la Calabria che, pur avendo superato la percentuale di ricoveri nei reparti ordinari, si trova ancora ben al di sotto nelle terapie intensive. La zona bianca, dunque, dovrebbe tenere anche per la prossima settimana, ma i possibili cambi di scenario sono dietro l’angolo.
Il resto dell’Italia
Infine, per quanto riguarda il resto dell’Italia, invece, la situazione è sicuramente diversa, con tante regioni che si trovano sotto al limite imposto dal governo. Come riportato dalla testata Today.it, la Valle d’Aosta, la provincia autonoma di Trento e il Molise hanno ancora il 0% di ricoverati in terapia intensiva. Mentre, nei reparti ordinari, il dato più basso si registra sempre in Valle d’Aosta seguita poi dal Veneto e da Trento che, come la prima, si conferma tra i territori meno a rischio nel passaggio in zona gialla.
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