Paolo Salvaggio

Paolo Salvaggio ucciso a Buccinasco: è giallo sul motivo

Paolo Salvaggio, 60enne pregiudicato noto per essere legato al mondo dello spaccio di droga, è stato ucciso nel corso di un agguato a colpi d’arma da fuoco in Via della Costituzione a Buccinasco (Milano), lunedì 11 ottobre.

Le dinamiche dell’agguato

Stando alle prime ricostruzioni, due persone su una moto avrebbero sparato tre colpi di pistola contro la vittima in bicicletta.
Subito dopo, avrebbero finito l’uomo con un colpo alla testa.
L’omicidio si è consumato a due isolati dalla casa dove Salvaggio si trovava agli arresti domiciliari e dalla quale aveva il permesso di uscire per due ore al giorno.
Un’azione studiata e preparata: l’uomo poteva uscire dalle 10 alle 12 e l’agguato è avvenuto alle 10:03.
Inutili i soccorsi, in quanto l’uomo è deceduto all’ospedale Humanitas di Rozzano (Milano).

Sparatoria omicidio a Buccinasco

Le parole del sindaco di Buccinasco

Il Sindaco di Buccinasco, Rino Pruiti, ha dichiarato: “Da anni denunciamo la presenza sul nostro territorio di pregiudicati e famiglie legate alla criminalità organizzata e gridiamo la necessità di tenere sempre alta l’attenzione. Oggi si torna a sparare in pieno giorno, un’esecuzione evidentemente compiuta da professionisti in una delle zone più centrali e frequentate della nostra città da famiglie.
Ora mi aspetto dalle forze dell’ordine e dalla magistratura azioni immediate e una maggiore presenza sul nostro territorio, così già richiesto. Nelle prossime ore decideremo quali iniziative intraprendere come Amministrazione Comunale“, ha così concluso.

Chi era Paolo Salvaggio

La “carriera” criminale di Paolo Salvaggio inizia negli anni Settanta quando, all’età di 15 anni, viene arrestato per una rapina.
A 17 anni è protagonista del suo primo omicidio. Nel 1978, in provincia di Pavia, litiga con un buttafuori perché si rifiutava di pagare il conto: lite finita con la morte dell’uomo.
Quindici giorni più tardi viene trovato dai carabinieri e portato al carcere minorile Beccaria dove, un mese dopo, fugge insieme ad altri due ragazzi.
Nel novembre 2009, rimane coinvolto nell’operazione Parco Sud della Dia, dalla quale emerge la presenza della ‘ndrangheta in Lombardia.
Il compito di Salvaggio era quello di fare da tramite nei traffici di droga.
L’uomo, negli anni successivi, si è legato anche al boss di Gratosoglio, Michele Grifa.
Il 60enne era legato ad alcuni esponenti della Sacra Corona Unita e a Vito Magrini, a sua volta vicino a Savinuccio Parisi.