La variante Omicron ha fatto registrare un crescente aumento dei contagi da Covid-19. In Italia si contano circa 200mila casi al giorno, mentre il numero di positivi si attesta intorno ai 2 milioni. Il nuovo record è stato registrato l’11 gennaio, ma è probabile che il picco debba ancora arrivare. Quali sono quindi i possibili scenari per i prossimi mesi?
Secondo l’immunologo Sergio Abrignani, in futuro il Covid diventerà una forma di influenza: ”Dobbiamo però fare una distinzione tra vaccinati e non. Solo per i primi essere contagiati dal Sars-CoV-2 potrebbe essere come prendere l’influenza che infetta ogni inverno milioni di persone, è letale in circa lo 0,1% (1 per 1000) dei casi ed è pericolosa sopratutto per gli ultra 70enni con patologie croniche importanti. Omicron è esplosa a partire dall’ultima decade di dicembre e da allora la curva si è impennata molto rapidamente, giorno dopo giorno. Gli esperti di modelli di crescita di un’epidemia ci dicono che salirà fino a raggiungere il picco alla fine di gennaio” – ha poi sottolinato in un’intervista a Il Corriere della Sera.
Per Vittoria Colizza – fisica consulente del governo francese – il picco arriverà invece più tardi: “Ci aspettiamo che il picco si raggiunga rapidamente, intorno alla metà del mese o poco dopo, a febbraio, portando successivamente a un calo della pressione sugli ospedali. Ma non sappiamo se raggiunto il picco avremo una decrescita rapida o una situazione ad alta incidenza per qualche settimana, come osservato in questi giorni a Londra. In Italia la quarta ondata è partita con qualche giorno di ritardo, quindi è probabile che occorra un po’ di tempo in più’‘. Colizza – direttrice del laboratorio EPIcx – ha poi ribadito il decorso del virus del Covid-19, affermando anche lei che potrebbe trasformarsi in una “semplice” influenza: “Non abbiamo elementi per poter dire che le future mutazioni, da non scartare data l’alta circolazione del virus, andranno in una direzione piuttosto che in un’altra. Un possibile scenario verso l’endemia è l’acquisizione di strati successivi di immunità negli individui, dati da precedenti infezioni e dal vaccino, fino ad arrivare a un’immunizzazione contro le forme gravi sufficiente da rendere l’impatto sanitario gestibile. Ma non sappiamo con quali scale di tempo, se in sei mesi o tre anni. Sempre che non spuntino nuove varianti con maggior patogenicità o evasione immunitaria. Cosa che al momento non si può escludere”.
Tutti gli esperti, però, sono concordi sulla necessità di imparare a convivere con la variante Omicron e il virus in generale.
Fonte: Today