Il noto virologo Roberto Burioni è ormai – quasi da inizio pandemia – ospite fisso della trasmissione di Rai3 Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio. Nella puntata andata in onda domenica scorsa – 16 gennaio – il suo intervento si è concentrato principalmente sulla variante Omicron del Covid-19: “Ne parliamo in continuazione, giustamente, perché oramai è questo il virus che circola nel nostro Paese. Che caratteristiche ha questo virus? Quelle di una estrema contagiosità. È un nuovo virus, molto diverso proprio per la contagiosità. Pensate che a una cena a Oslo c’erano 117 persone, una veniva dal Sudafrica e aveva la variante Omicron, erano tutte vaccinate con due dosi, 107 sono state contagiate”.
Burioni ha poi continuato spiegando come la variante Omicron abbia radicalmente modificato il modo di prevenire la diffusione del virus e ha spiegato le differenze di questa mutazione rispetto al virus originario: “Omicron è un nuovo virus, molto diverso per la contagiosità dalle varianti precedenti. Con il virus originale, quello della prima parte del 2020, un malato in media infettava due persone. Poi è arrivata la variante Delta, molto più contagiosa: in media un malato infettava 6 persone, siamo al livello della varicella. E infine la variante Omicron: siamo davanti a uno dei virus più contagiosi sulla faccia della terra, perché un paziente infetta più di 10 persone”.
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Le differenze, però, non si basano esclusivamente sulla contagiosità della variante: “Ci sono altre caratteristiche della malattia causata da Omicron che rendono più difficile il controllo e più facile la diffusione, per esempio un’incubazione più breve della malattia. Il virus originale dava malattia dopo 6-7 giorni dall’infezione, invece Omicron causa la malattia dopo 2-3 giorni, ed è più difficile tracciare i casi se uno dopo già due o tre giorni si ammala e diventa infettivo”. Un altro dato significativo è che Omicron riesce a contagiare in maniera molto più efficace anche le persone vaccinate. Il vaccino era una barriera estremante solida contro il contagio col virus originale, un po’ meno ma ancora molto efficace con Delta, purtroppo non è più così con Omicron”.
Il vaccino, però, resta ugualmente fondamentale nella lotta al Covid-19: “Chi è vaccinato viene infettato di meno, perché c’è un grado di protezione importante, soprattutto con la terza dose, e quando si infetta è meno contagioso. Inoltre è rimasta estremamente efficace la capacità del vaccino di bloccare la forma grave della malattia. Il vaccino dato in tre dosi è veramente molto, molto, molto protettivo nei confronti delle forme che portano le persone in terapia intensiva. Gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità mostrano una protezione molto superiore al 90%, che è una cosa eccezionale”.
Burioni ha poi concluso affermando che, al momento, è impensabile liberarsi della variante Omicron ed è per questo che il vaccino assume un’importanza primaria: nonostante questo virus sia molto contagioso e possa superare la barriera che il vaccino opponeva al contagio, il vaccino ancora funziona molto bene. Ci sono alcune considerazioni che dobbiamo fare e che sono molto importanti. Col virus originale noi potevamo pensare, vista la poca contagiosità relativa e l’efficacia del vaccino, di liberarci di questo virus come abbiamo fatto con il vaiolo. Con la variante Omicron questo non è più immaginabile. Con questo vaccino Omicron continuerà a circolare e, come ha detto giustamente il professor Fauci, ognuno di noi lo incontrerà. La scelta è se incontrarlo da vaccinati o da non vaccinati. È molto meglio, però, incontrarlo da vaccinati per noi e e per gli altri.
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